Sicindustria, Albanese: “Bene Musumeci su tempi della burocrazia”
“Per chi vuole investire in Sicilia la variabile tempo diventa, troppo spesso, una incognita mortale. È per questo che – afferma Alessandro Albanese, vicepresidente vicario di Sicindustria – non possiamo che accogliere positivamente la presa di posizione del governatore Musumeci in tema di burocrazia, trasparenza e responsabilità per chi blocca, senza un giustificato motivo, un investimento”. “Oggi – aggiunge Albanese – per competere occorre qualità, rapidità delle scelte, certezza delle regole e dei tempi delle procedure. Una delle difficoltà principali per un imprenditore è, infatti, rappresentata proprio dai ritardi della burocrazia”.
In particolare, come è emerso da una analisi realizzata dal centro studi di Sicindustria un anno fa, in Sicilia mediamente si aspettano 4 anni per una Autorizzazione Unica Ambientale (Aua), ovvero 10 volte il tempo previsto per legge, e 3 per la Valutazione di Impatto Ambientale (Via), ossia 5 volte il tempo massimo ipotizzato che è di 210 giorni. “Ogni ritardo degli iter autorizzativi – conclude il vicepresidente vicario di Sicindustria – ha un costo sociale in termini di mancati investimenti, di ricchezza non prodotta, di progetti produttivi che restano a marcire nei cassetti degli uffici, di occupazione persa e di giovani che continuano ad emigrare. Gli investimenti con il benessere sociale che ne deriva si materializzano dove le Istituzioni operano per sostenere chi rischia e investe. È per questo che se vogliamo assicurare un futuro alla Sicilia è necessario rendere competitive le imprese assicurando un contesto di collaborazione e non di aggressione”.
In particolare, come è emerso da una analisi realizzata dal centro studi di Sicindustria un anno fa, in Sicilia mediamente si aspettano 4 anni per una Autorizzazione Unica Ambientale (Aua), ovvero 10 volte il tempo previsto per legge, e 3 per la Valutazione di Impatto Ambientale (Via), ossia 5 volte il tempo massimo ipotizzato che è di 210 giorni. “Ogni ritardo degli iter autorizzativi – conclude il vicepresidente vicario di Sicindustria – ha un costo sociale in termini di mancati investimenti, di ricchezza non prodotta, di progetti produttivi che restano a marcire nei cassetti degli uffici, di occupazione persa e di giovani che continuano ad emigrare. Gli investimenti con il benessere sociale che ne deriva si materializzano dove le Istituzioni operano per sostenere chi rischia e investe. È per questo che se vogliamo assicurare un futuro alla Sicilia è necessario rendere competitive le imprese assicurando un contesto di collaborazione e non di aggressione”.