Raccolta differenziata, Trizzino (M5S): “Mancano gli impianti”. Pierobon: “Stiamo correndo”
Raccolta differenziata: i sindaci fanno continua opera di sensibilizzazione, i cittadini si impegnano ogni giorno, ma alla fine non bastano gli impianti per il conferimento dei rifiuti differenziati, che finiscono così ‘indifferenziati’ in discarica. Un paradosso tutto siciliano evidenziato dal deputato regionale del Movimento 5 Stelle, Giampiero Trizzino, il quale riferisce che “il commissario straordinario per l’emergenza rifiuti, Nello Musumeci, ha avuto un anno di tempo per costruire sei impianti per il conferimento dei rifiuti differenziati. Il termine è scaduto lo scorso 8 marzo e dei sei impianti non ne è stato completato nemmeno uno. Ad oggi i sindaci, quindi, possono spingere quanto vogliono i cittadini a fare bene la differenziata, e spesso ci riescono, ma non hanno a disposizione impianti sufficienti dove conferire i rifiuti differenziati. Così questi finiscono in discarica, col risultato che si perdono incassi per la mancata vendita dei rifiuti differenziati e si pagano costi aggiuntivi, circa 150 euro a tonnellata, dovuti alla discarica. L’assurda conseguenza – sottolinea Trizzino – è sempre a carico dei cittadini, per i quali aumenta la bolletta Tari per un servizio tutt’altro che virtuoso. La responsabile di tutto questo è la Regione siciliana, che non realizza gli impianti, non approva il Piano regionale dei rifiuti, né vara le necessarie leggi di riforma del sistema. La stessa Regione che però punisce puntualmente con l’ecotassa i Comuni che non superano il 65 per cento di raccolta differenziata. Un disastro che scoraggia i cittadini, mentre per la politica si tratta di un vero fallimento”.
Alla denuncia di Trizzino si associano i sindaci Domenico Surdi (Alcamo) e Anna Alba (Favara). “Non esistono al momento – dice Surdi, che in mancanza di altre soluzioni si vedrà costretto ad aumentare la Tari – impianti alternativi e probabilmente la situazione peggiorerà stando alle scarse notizie che arrivano dall’assessorato. Il sistema è al collasso e come al solito graverà tutto sui sindaci e cittadini. Occorrono risposte immediate”. Ancor più drastica Alba: “La Sicilia – commenta il sindaco di Favara – non ha mai fattivamente affrontato il problema. È inammissibile accettare un sistema regionale dei rifiuti che, da una parte spinge e intima i comuni ad innalzare la percentuale di differenziata e, dall’altra, evidenzia un ingiustificabile assenza di pianificazione circa la realizzazione di impianti di compostaggio e trasferenza. Un approccio basato sull’emergenza continua dei rifiuti che rischia di generare comunità sempre meno virtuose e sempre più sporche”.
Non si è fatta attendere la replica dell’assessore regionale all’Energia e servizi di pubblica utilità, Alberto Pierobon: “Stiamo mettendo in piedi il sistema dei rifiuti in Sicilia con grandi risultati ma tra mille difficoltà. È stato approvato un piano rifiuti che renderà efficace la gestione nell’Isola e porterà enormi benefici ai cittadini. Purtroppo ci scontriamo con tutta una serie di anomalie e stranezze che stanno accadendo e che stanno rallentando il percorso. Ma andiamo avanti e lavoriamo senza sosta, certi che la strada percorsa sia quella giusta”. “Ci sono impianti sequestrati, altri che chiudono all’improvviso per manutenzione o controlli – spiega l’assessore – sono sorti imprevisti e ostacoli che impediscono di aumentare ancora di più la differenziata che è cresciuta al 35 per cento in meno di un anno e talvolta ci costringono a un imbuto verso impianti privati. L’ultima emergenza scongiurata è quella di Bellolampo, che da domani avrebbe rischiato la chiusura con un grave danno per la città che si sarebbe trovata con 800 tonnellate al giorno da smaltire. Ora bisognerà lavorare per evitare che il problema si ripresenti tra qualche mese ma siamo certi di riuscirci. La ricetta migliore in questi casi è la concertazione e il dialogo tra tutti i soggetti coinvolti, anche attraverso riunioni dirette con gli amministratori locali. Con gli uffici stiamo lavorando senza sosta convinti della necessità di ripartire dalle scelte dei territori e operare nell’ordinarietà. Sull’impiantistica è prevista una serie di opere sovradimensionate, che vanno selezionate guardando alle esigenze dei territori. Ed è quello che stiamo facendo per tirare fuori la Sicilia da una emergenza che dura da trent’anni”.