Grassi: “L’omicidio Moro ha rappresentato la fine di una stagione di riforme”

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Aldo Moro

“Moro doveva morire perché stava realizzando in Italia la democrazia compiuta e voleva costruire l’Europa dei Popoli superando gli accordi di Yalta”. Lo ha dichiarato l’onorevole Gero Grassi, già proponente istituzione della Commissione d’inchiesta Moro 2, che lunedì 18 marzo – due giorni dopo il 41° anniversario del rapimento dello statista democristiano avvenuto il 16 marzo 1978 – interverrà a Caltanissetta al convegno La Frattura – Prima e dopo il delitto Moro, organizzato a partire dalle 17 dalle associazioni Memoria e Futuro e Più Città alla sala conferenze della Banca Sicana in via F. Crispi 21.

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“Al suo omicidio, purtroppo – ha aggiunto Grassi – hanno partecipato non solo le Brigate Rosse ma settori dello Stato che poi lo hanno ucciso ogni volta in cui la verità è stata coperta. Come disse Leonardo Sciascia – ha concluso l’onorevole – l’uomo giusto è stato ucciso al momento giusto”.
 
Al convegno – dopo i saluti di Marina Castiglione (componente Più Città), Adriana Laudani (presidente Memoria e Futuro) Sandro Immordino (componente Memoria e Futuro) e Giuseppe Di Forti (presidente Banca Sicana) – interverranno, inoltre, la giornalista Stefania Limiti Armando Sorrentino, avvocato e vicepresidente di Memoria e Futuro. Coordinerà l’incontro Giuseppe Lo Bianco, giornalista de “Il Fatto quotidiano”.

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