Villabate, al via il secondo sportello di ascolto del progetto “Amorù – Rete Territoriale Antiviolenza”

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Un momento di confronto ampio e partecipato, come fossero degli “stati generali”, così lo ha definito la dott.ssa Mirella Agliastro, consigliere presso la Corte di Cassazione di Roma, per capire quanto si sta facendo in atto per andare in aiuto alle donne vittime di abusi e violenze.

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Lo è stata la mattinata organizzata dalla sezione Villabate della FIDAPA e dall’associazione “Benessere Lab”, che si è svolta negli spazi della Biblioteca del Comune in provincia di Palermo in occasione della presentazione del secondo – dopo quello di Altavilla – dei tre sportelli di ascolto antiviolenza di ”Amorù – Rete territoriale antiviolenza – Troppo Amore Uccide”, progetto promosso dall’Organizzazione Umanitaria LIFE and LIFE e sostenuto da Fondazione con il SUDnell’ambito del Bando Donne 2017.

Un percorso che vede come partner, realtà come: A.S.D. Indiscipline, AIDIM Palermo, associazione “Benessere Lab”, Associazione Diritti Umani Contro Tutte Le Violenze “Co.Tu.Le Vi.”, Centro Studi “Pio La Torre ONLUS”, Consorzio Arca, Cooperativa Sociale “Sambaia”, Cooperativa sociale “Migma”, Associazione “Simegen” e le sezioni FIDAPA di Villabate, Altavilla Milicia e Bagheria),

A gestire lo sportello di Villabate, mettendo in atto tutte le azioni necessarie a sostenere chi chiede aiuto, sarà l’associazione “Co.Tu.Le.Vi”, non certo alla prima esperienza nel campo. Un’occasione significativa, quella che si è avuta, per dare modo al territorio di conoscere ciò che sta generando la bella sinergia di associazioni che fanno parte del progetto “Amorù”, grazie al quale il 24 marzo anche Palermo aprirà il terzo degli sportelli previsti, insieme alla casa a indirizzo segreto già pronta ad accogliere le donne e, nel caso ci siano, anche i loro figli.

«Questa giornata è stata fondamentale per tutti noi – ha detto, facendo gli onori di casa, Lucia Schillaci, presidente dellaFIDAPA Villabate –  perché significa che siamo riusciti a trasformare le idee in fatti. Grazie soprattutto alla dott.ssa Pitarresi siamo oggi qui a celebrare un momento significativo per il nostro Comune e tutto l’hinterland, credendo tantissimo nella possibilità di combattere concretamente la  violenza di genere, da sempre tra le mission della Fidapa. Anche se i numeri ci dicono che aumentano sempre, speriamo che i femminicidi possano ben presto diminuire e magari anche scomparire. Grazie al sindaco e a tutta l’amministrazione, sempre vicini a tutti noi».

Uno sportello che nasce, infatti, grazie anche alla sensibilità delle istituzioni locali.

«Ci abbiamo creduto sin dall’inizio – ha affermato il primo cittadino, Vincenzo Oliveri – anche perché le violenze in famiglia sono quelle che si notano meno all’esterno, ma lasciano segni di maggiore gravità. L’apertura di questo sportello è una novità e sarà da noi sostenuta con tutte le nostre forze perché le donne non debbano più subire».

«Grazie alla dottoressa Agliastro, tornata per la terza volta per offrirci il suo contributo sullo stesso tema – ha aggiunto Giuseppe Irsuti, assessore comunale alla Pubblica Istruzione e alle Politiche Sociali – e, davanti a lei, dichiariamo la nostra felicità nel potere dire che Villabate ha finalmente un centro antiviolenza tutto suo. Abbiamo lavorato tanto a questo progetto, che sembrava fantascienza. “Amorù” è l’unico intervento contro la violenza sulle donne approvato in Sicilia. Un’iniziativa che farà del bene a tutto il territorio e le forze dell’ordine qui presenti lo sanno bene».

Lo sportello di Altavilla, poi questo di Villabate e ben presto anche il terzo di Palermo sono solo alcuni degli step di un percorso che interviene in territori dove i servizi non sono adeguati a rispondere alle esigenze di donne che hanno difficoltà anche solo ad allontanarsi dai luoghi in cui vivono.

«Villabate è un’altra delle tappe significative di questo progetto – ha spiegato la dott.ssa Liliana Pitarresi, coordinatrice della “Rete Amorù” – e la sensibilità che si respira oggi qui ne è la testimonianza. Un percorso, il nostro, che sta sempre più crescendo grazie ai numerosi portatori di interesse che si stanno unendo sposando lo spirito che ci anima.  Una sinergia grazie alla quale riusciremo a guardare con maggiore ampiezza un fenomeno come quello della violenza domestica, psicologica ed economica che si palesa già in giovane età. Fu proprio una mia studentessa che scrisse in un tema la frase “Troppo amore uccide”. Mi fece capire che bisognava passare subito ai fatti».

Per essere realmente e profondamente incisivi, però,  bisogna tenere presente l’importanza che lo si faccia in maniera cosciente e preparata.

«Gli obiettivi del bando erano ambizioni – ha aggiunto la dott.ssa Giacoma Brancato, coordinatrice del progetto “Amorù” – per questo ha richiesto la partecipazione di numerosi partner, esperti in diversi settori. Uno degli obiettivi era quello di favorite l’emersione del fenomeno e la tutela delle vittime di violenza, ma non solo quelle che hanno subito quanto anche tutte le vittime potenziali per cercare di evitare che si reiterino nuovamente le stesse situazioni. Altro obiettivo era mettere in relazione i servizi pubblici e quelli del privato sociale, in modo tale da poter garantire alle donne che subiscono opportunità che possano consentire loro di rifarsi una vita. Senza contare l’attività di sensibilizzazione che verrà portata avanti con la popolazione locale e con quella che afferisce alla scuola media perché bisogna cominciare a mettere in atto azioni di prevenzione sin dalla più giovane età».

Fondamentale, all’interno di questo percorso, sarà, per il territorio di Villabate, il servizio di ascolto che verrà gestito dall’associazione “Co.Tu.Le.Vi.”, al cui attivo c’è l’esperienza di oltre 30 sportelli aperti in varie province siciliane.

«Io da tempo dicevo al sindaco che si doveva fare qualcosa – ha raccontato Aurora Ranno, presidente diCo.Tu.Le.Vi. -, poi un giorno mi chiamò per dirmi che c’era la possibilità di fare fronte comune grazie a questo progetto. La nostra associazione viene chiamata ogni giorno dell’anno, festivi compresi, a intervenire in situazioni di violenza a più livelli. Abbiamo festeggiato i nostri primi 10 anni il 17 ottobre del 2018 credendo sempre nell’importanza di condividere le idee per passare subito dopo alle azioni. Nello sportello di Villabate investiremo le nostre migliori risorse anche dal punto di vista emotivo, proprio perché crediamo che debba essere un servizio da non interrompere mai. ll nostro staff é composto dal coordinatore, il dott. Sebastiano Catania, psicologo, dall’avvocato Ines Trapani, d; dalla dott.ssa Maria Vita Li Chiavi, con noi da tempo, e dall’assistente sociale Rosa Maria Romeo. Senza dimenticare le ragazze del servizio civile che daranno una grossa mano di aiuto, ma spero che tante altre persone vorranno contribuire con l’idea di crescere tutti insieme».

Un lavoro sinergico, che parte dalla considerazione che il fenomeno ha sempre connotazioni molto forti.  

«Purtroppo non è cambiato niente – ha sottolineato con amarezza la dott.ssa Mirella Agliastro – perché si continua a uccidere. Nei giorni scorsi l’ennesimo efferato omicidio di una donna ha avuto risonanza sol perché questo l’assassino era affiliato alla criminalità e, nella sua ingenuità, ha consentito di catturare un famoso latitante. Se, poi, parliamo di fenomenologia, un altro fatto eclatante è stato quello di un soggetto che ha subito una fortissima riduzione di pena perché i giudici hanno ritenuto sussistesse la “tempesta emotiva”. Sinceramente, nei miei quasi 40 anni di servizio, non mi era mai capitato di sentire una cosa del genere. Mi guardo bene dal giudicare, ma noto che c’è questo nuovo sentore in espansione, una categorizzazione dei fenomeni. Sono onorata di partecipare alla presentazione di questo progetto che definisco passionale, rimanendo tanta la voglia di fare e di aiutare le donne maltrattate e deboli. Chi come noi è dotato di una professione e di capacità ha il dovere di aiutare le persone più deboli, fragili, vulnerabili. Donne che, all’interno del focolare domestico, invece di trovare pace, serenità e buoni sentimenti, trovano l’inferno. Poi ci sono i figli che assistono alle violenze dei genitori, diventando anche loro vittime. Fondamentale in tutto questo la formazione, uno dei pilastri, uno degli architravi del mondo dell’associazionismo e del volontariato. Tutti, comprese le istituzioni e le forze dell’ordine, devono sapere cosa e come fare. Lo sforzo deve essere di tutti e per tutti».

Non a caso, a dimostrazione della volontà di andare avanti insieme, la presenza in sala del Maresciallo Bartolo Fricano, del Comando dei Carabinieri di Villabate, e del Comandante della locale Polizia Municipale, Giuseppe Tuzzolino.

Un impegno richiesto a viva voce perché la violenza sulle donne è trasversale, non si genera solo in contesti disagiati, depressi, ma anche e soprattutto laddove la cultura, il benessere dovrebbero consentire di esprimere e praticare sentimenti di armonia e generare confronto verso gli altri.

«Quello che amareggia ancora oggi – ha sottolineato in conclusione il dott. Renato Grillo, già consigliere presso la Corte di Cassazione di Roma – è la costante tendenza da parte degli avvocati che ricorrono in Cassazione a screditare la versione delle donne –. Una tendenza che non muore mai e che costituisce lo specchio della solitudine della donna che si trova sola e continua a stare sola.  Solitudine che si può estirpare solo con iniziative di questo genere.  Anche se sono convinto che non basti uno sportello antiviolenza perché sicuramente incoraggia la singola donna con riferimento alla propria vicenda, ma il fenomeno è molto più vasto, va combattuto con cognizione di causa, conoscendolo e cominciando a rendersi edotti sull’argomento. La tendenza dell’uomo è sempre a prevaricare la donna e anche il minore, sacrificando il soggetto che un giorno si è amato. Ma ricordiamolo, non si uccide mai per troppo amore, magari per troppa gelosia. Il soggetto, poi, una volta scontata la pena, se non adeguatamente seguito, replicherà i suoi comportamenti. Dovrà, quindi, essere seguito. Vanno benissimo iniziative come questa, ma dobbiamo intervenire a partire dalle scuole elementari perché i bambini cominciano da piccoli a subire, rimanendo sempre vigili, attenti, pronti a farsi carico di future colpe».

Responsabilità che vanno ripartite tra tutti i soggetti che, a vario titolo, entrano a fare parte della vita della donna vittima di qualunque genere di violenza. E che, se non trova chi è in grado di aiutarla nel lungo e difficile cammino che dalla denuncia porta alla libertà, non avrà alcun modo di liberarsi dal suo aguzzino.

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