Report sulle politiche del governo regionale, Cisl a Musumeci: “Apra al confronto le porte del Palazzo”

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“Stiamo continuando a lavorare mantenendo un tono basso, questo è stato fatto per tutto l’anno. Una regola che ci siamo dati fin dall’inizio. Abbiamo compreso che la drammaticità della situazione siciliana non poteva più legittimare atteggiamenti improntati a superficialità e irresponsabilità”. Lo ha detto il presidente della Regione siciliana Nello Musumeci nel corso della presentazione del report sulle politiche dell’esecutivo ad un anno dal suo insediamento.
“Io non so se questo è un governo del nulla o che marcia a rilento come dicono alcuni – ha detto Musumeci – . L’unico dato di cui disponiamo è il rapporto della Banca d’Italia che dice che nel primo semestre del 2018 si registra in Sicilia una lenta crescita dopo anni di decrescita. L’associazione nazionale costruttori, tre mesi fa, dichiarava pubblicamente che finalmente in Sicilia nel 2018 si vede un po’ di luce in fondo al tunnel. Non siamo lumache, questa è la stagione della semina e i frutti cominceranno a cogliersi tra metà 2019 e 2020”.
La raccolta differenziata in Sicilia è arrivata nel 2018 al 34%, con un aumento del 50% rispetto all’anno precedente: sono 203 i Comuni con oltre il 50% di differenziata, soltanto 64 sono al di sotto del 30%. Sono alcuni dei dati  contenuti all’interno del report. “Non sappiamo più come dirlo: non ci piace come lavorano Anas e Rfi. Sono diventate un cancro. O cambiano marcia o saremo costretti a mettere in mora i nostri interlocutori, cui per un anno abbiamo concesso quasi illimitata fiducia” – ha dichiarato Musumeci.  E su alcune voci (senza fondamento) di un possibile ribaltone il governatore  senza mezzi termini ha affermato: “Nessuno si illuda. Non sono fatto per i ribaltoni. Questa è la mia coalizione e con questa coalizione, al di là dei numeri, io andrò avanti per tutta la legislatura”.
“Le slide illustrate stamani a categorie produttive e stampa dal presidente della Regione Nello Musumeci, tracciano un percorso che, se portato a compimento, non mancherà di produrre effetti positivi, utili alla Sicilia. Non esitiamo a riconoscerlo per onestà. Così come non esitiamo a rimarcare che in quel percorso non mancano criticità, ritardi, strozzature. È a queste emergenze che, come sindacato, desideriamo porre rimedio, dando un contributo di proposte e indicando soluzioni. Ma per questo serve un confronto governo-parti sociali un po’ meno episodico e un po’ più sistematico di quanto avvenuto finora. Serve, pur nella distinzione dei ruoli, convenire assieme su tempi, modalità, interventi, risorse”. Insomma, “Musumeci apra le porte del Palazzo”. Così la Cisl Sicilia in una nota di commento della presentazione, avvenuta stamani a Palermo ad opera del governatore, del report sulle politiche dell’esecutivo, a un anno dal suo insediamento. Per il sindacato guidato in Sicilia da Mimmo Milazzo, sono priorità su cui l’azione del governo deve concentrarsi: il riordino degli enti di area vasta, la strategia energetica e per i rifiuti, le Zone economiche speciali, la spesa dei fondi europei e delle risorse del patto per il Sud; il welfare e le politiche socioassistenziali e per la disabilità. Ancora, l’istituzione di un’agenzia per la progettazione esecutiva e le politiche per le infrastrutture e la cosiddetta continuità territoriale. “Al presidente Musumeci – spiega Milazzo – chiediamo di tenere la barra dritta avendo costantemente al centro i servizi alla persona e alla comunità. E l’orizzonte dello sviluppo, della regione ultima in Italia secondo tutti gli indicatori. Ci convochi, avremo il piacere di sederci al tavolo e di confrontarci con lui e con il suo governo”.

“Bene l’attività del governo Musumeci ma per il settore agricolo rimane  ancora tanto da realizzare”. E’ quanto afferma il presidente regionale della Coldiretti, Francesco Ferreri. “Abbiamo preso atto del grande impegno profuso in questi mesi che ha portato alla soluzione di gravi problemi primo tra tutti il pagamento del biologico che oggi è finalmente è arrivato  alle imprese agricole ed è in fase di completamento. Anche lo sblocco dei bandi per gli investimenti dei giovani, che faceva parte della nostra piattaforma della manifestazione dello scorso 28 giugno, rappresenta un passo in avanti importantissimo nel processo di svecchiamento. In generale, vanno sottolineate positivamente tutte le attività di investimento nei vari comparti. C’è ancora da avviare la riforma dei consorzi di bonifica – conclude il presidente  – e attuare  azioni sulla valorizzazione e tracciabilità delle nostre produzioni, soprattutto quelle Dop. Su questo nei prossimi mesi ci aspettiamo un forte impegno”.

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“Invece di dedicarsi a presentazioni alla stampa a mezzo slides sui sedicenti risultati raggiunti in un anno di governo, il Presidente Musumeci avrebbe fatto bene stamattina ad essere presente all’Ars per discutere su un disegno di legge di assestamento di bilancio che porta la sua firma e per confrontarsi con il parlamento siciliano sui suoi presunti traguardi”.
Lo ha detto Claudio Fava intervenendo stamattina all’Assemblea Regionale Sicilia nel corso del dibattito d’Aula.

Fava ha sottolineato che “da Musumeci in questi mesi non abbiamo ricevuto atti compiuti, proposte di riforme o disegni di legge che avrebbero dovuto essere conseguenti agli annunci fatti all’atto del suo insediamento. Non c’è un aggiornamento sullo stato della spesa comunitaria che ci vede sempre ultimi in Europa e a serio rischio di dover restituire a Bruxelles cinque miliardi di Euro; non esiste alcun piano dei rifiuti e si continua ad affidare lo smaltimento ai soliti noti padroni delle discariche private; non abbiamo ricevuto un piano di dismissione dei tanti carrozzoni del sottogoverno regionale, mentre l’Ars si trova a dover discutere di nomine nei consigli d’amministrazione determinate secondo la più antica e dorotea pratica di sottogoverno fra amici e sodali di partito”.

Nel merito dei provvedimenti inseriti nel disegno di legge, Fava – pur riconoscendo la necessità di alcune misure correttive introdotte dal disegno di legge, quali il ripristino dei finanziamenti per i cittadini con disabilità e l’aiuto agli Enti locali in dissesto – ha sottolineato come questi provvedimenti siano “solo un tampone”.
“Se parliamo di dissesto dei Comuni – ha detto il Presidente dell’Antimafia – non possiamo tacere il problema dei tagli sui trasferimenti regionali e nazionali chiamando in causa anche il governo di Roma”.
Sui tagli, netto il giudizio di Fava: “Non possiamo non ribadire la nostra assoluta opposizione ai tagli per i centri antiviolenza, per il banco alimentare, per gli strumenti di contrasto sociale alla mafia. Togliere un milione e duecentomila euro al fondo antiestorsioni, alle associazioni antiracket e al fondo per le costituzioni di parte civile è un pessimo segnale per una Regione e un governo che a parole indicano nella lotta alle mafie la loro priorità”.

 

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