Aeroporto “Vincenzo Florio” di Trapani Birgi: “Turbolenze ad alta quota”
Dopo il “botta e risposta” al vetriolo tra il circolo di Diventerà Bellissima di Mazara del Vallo e il candidato sindaco mazarese del Carroccio, Giorgio Randazzo sulle cause del mancato “decollo” dell’aeroporto Vincenzo Florio di Trapani Birgi, questa mattina, il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, in visita alla struttura, è stato accolto dal presidente di Airgest, la società di gestione dell’aeroporto, Paolo Angius, dal consigliere di amministrazione Saverio Caruso, dal presidente del collegio sindacale, Gerlando Piro, dal dirigente dell’Enac, Giuseppe Caruso e dal dirigente della Polizia di Frontiera, Marcello Landolina. Assente Elena Ferraro che questa mattina, prima della visita di Musumeci, aveva rassegnato le dimissioni da consigliere di amministrazione di Airgest. Secondo i beni informati non si è trattato del classico “fulmine a ciel sereno” poiché l’imprenditrice antimafia, fortemente voluta proprio dallo stesso governatore, presentando le sue dimissioni ha di fatto evidenziato lo stato di crisi in cui versa l’aeroporto trapanese.
Tra gli argomenti affrontati alla presenza, fra gli altri, dei deputati regionali Eleonora Lo Curto (Udc) e Tony Rizzotto (Lega), lo stato di salute ed il futuro di Birgi e del territorio. Il presidente Musumeci ha parlato della utilità di un’unione tra gli aeroporti di Trapani e di Palermo (ipotesi non “gradita” alla Lega), a vantaggio di entrambe le strutture, fino alla creazione di un’unica società di gestione di tutti gli aeroporti siciliani.
La nota dolente, è rappresentata dal fatto che l’Airgest, società di gestione dello scalo a partecipazione quasi interamente pubblica, non abbia saputo capitalizzare gli oltre 11 milioni di euro del bando finanziato dalla Regione facendo scendere Birgi a soli tre collegamenti invece dei quaranta “agognati” con la conseguenza che si è passati dai quasi due milioni di passeggeri a poche centinaia di migliaia, determinando una ricaduta negativa sotto il profilo socioeconomico sul territorio. Un aeroporto che fino al 2016, per effetto di un contratto di co-marketing con Ryanair, era collegato con quaranta destinazioni nazionali ed internazionali e che nel contesto contemporaneo rischia la débâcle dopo il flop del recente bando per l’affidamento triennale di 25 lotti in Italia e all’estero, al quale hanno risposto solo Alitalia e Blue Air, coprendo solo tre tratte peraltro già operative.
Il presidente Paolo Angius ha ringraziato la presidenza della Regione siciliana per l’attenzione alla struttura e al territorio. «Sono assolutamente convinto – ha detto Angius – che la base azionaria degli aeroporti vada allargata agli enti locali, per una responsabilità più diretta, e alla Camera di Commercio». E, a proposito della possibile fusione con l’aeroporto di Palermo, a cui i vertici di Gesap non hanno ancora dato il proprio benestare, Angius ha lanciato una provocazione: «Se Palermo dicesse di no si potrebbe guardare al polo di Catania e di Comiso che porterebbe il numero complessivo di passeggeri sopra quota 10 milioni».
Nei giorni scorsi, sulla vicenda è intervenuta anche la Lega che attraverso il senatore Luca Briziarelli ha già presentato un’interrogazione in parlamento al ministro delle Infrastrutture e dei trasporti per “acquisire le dovute informazioni”.