“Fa’ la cosa giusta! Sicilia”. Prende il via da Palermo il “Tavolo di lavoro nazionale per il Mediterraneo dei popoli”

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Creare un Tavolo di lavoro nazionale per il Mediterraneo dei Popoli. E’ la proposta lanciata al termine ieri delle “Giornate Europee dell’economia Sociale e Solidale”. Una filiera virtuosa che unisce associazioni, amministrazioni, aziende etiche e cooperative, promossa da Fa’ la Cosa Giusta! Sicilia, Comune di Palermo e Refugees Welcome Italia. Partendo dal capoluogo siciliano si vuole costruire una piattaforma programmatica al prossimo vertice mondiale dell’economia trasformativa di “Barcellona 2020”.

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Due i temi principali,  il primo riguarda le migrazioni e l’inclusione sociale con una forte opposizione al “decreto Sicurezza” del governo italiano,  il secondo incentrato sui temi della formazione e del lavoro per chi non ha reddito, italiani e migranti.

Obiettivi ed azioni sono state focalizzati  durante le “Giornate” introdotte da Fa’ la Cosa Giusta! Sicilia nell’anno di Palermo Capitale italiana della Cultura e organizzate insieme a Euromed Carrefour – Antenna Europe Direct di PalermoRIPESS  (Rete Intercontinentale dell’Economia Sociale e Solidale), Refugees Welcome e Solidarius International. Un calendario d’incontri che ha impegnato per tre giorni decine di associazioni, aziende sociali e cooperative, aprendo un confronto anche con la Commissione europea, presente con Patrick Doelle della Direzione generale Migration and Home Affairs della Commisione Europa che ha presentato il sondaggio Eurobarometro 2018 su migrazione e integrazione da cui risulta una percezione del fenomeno migratorio da parte dei cittadini, distante dalla realtà.

Attorno al tavolo, insieme al rappresentante della Commissione europea e al sindaco della Città, Leoluca Orlando molte associazioni internazionali che si occupano di migrazione – Refugees Welcome, Solidarius International, SOS Mediterranee Italia, Emmaus International, Mediterraneo sociale –, reti del territorio e realtà locali che ogni giorno praticano progetti di inclusione sociale per i migranti.  Voci diverse unite dalle stesse preoccupazioni per le conseguenze del decreto sicurezza. “La città di Palermo conferma la scelta della cultura dell’accoglienza”, ha detto Orlando, ricordando la mozione approvata dal Consiglio comunale qualche giorno fa per denunciare il pericolo per la cultura dei diritti umani legato proprio al decreto Sicurezza. “Questo decreto – ha aggiunto – s’inserisce in un più ampio piano di attacco ai diritti di tutti e di tutte; un attacco che ha ormai evidenti radici culturali nell’Italia autoritaria e oscurantista, che non disdegna norme di tipo razziale e che sta costruendo una condizione di prefascismo, in linea con altre esperienze europee”.

Secondo i dati del sondaggio raccolti dalla Commissione europea, i cittadini europei tendono a sovrastimare la proporzione dei migranti non-UE rispetto alla popolazione esistente, ad esempio in Italia si stima una presenza di stranieri intorno al 25 per cento, mentre in realtà la percentuale è ferma al 6%. Lo stesso accade per la percezione del numero di migranti irregolari rispetto ai migranti legali. In Italia: si tratta di 300 -500 mila rispetto a 3 milioni e 700 mila regolari, un numero ridotto e non preminente, dunque. Ad accomunare i cittadini europei è anche la considerazione che l’integrazione abbia più successo nella loro città (o area geografica) che a livello dell’intero paese.

Ci sono poi gli aspetti economici che emergono dai dati della Commissione europea e che sono il nucleo del tavolo sul lavoro avviato dal nuovo coordinamento. I migranti hanno contribuito con il 70 per cento all’aumento della forza lavorativa in Europa durante l’ultimo decennio, occupando quasi la metà dei posti di basso lavoro qualificato nell’Ue. Non solo: l’aumento dell’ 1 per cento nella proporzione dei migranti corrisponde a un aumento del 2 per cento del PIL nazionale nei paesi avanzati. Sia i migranti altamente qualificati sia i migranti con basse qualifiche contribuiscono, inoltre, al sistema pensionistico e ad aumentare la produttività nazionale.

La proposta della Commissione per il quadro pluriennale del bilancio 2021-2027 è di aumentare le risorse in materia di migrazione e gestione delle frontiere (da 13 a 35 miliardi EUR), con più risorse all’integrazione (30% del FAM) e di assicurare un accesso più facile ai fondi per le autorità locali e regionali, e un cofinanziamento più alto per loro e le ONG attive in materia di integrazione. Tutti elementi su cui si intende ragionare coinvolgendo sempre più amministrazioni, associazioni e aziende sociali.

Hanno dichiarato la loro disponibilità a far parte del coordinamento: Il Comitato Fa’ la Cosa Giusta! Sicilia, il COSPE, l’ASVIS, Refugees Welcome Italia,  Solidarius International Network, il Comune di Arcevia (An), il Presidio Patto di Fiume del Simeto, l’Associazione Botteghe del Mondo, la Rete Nazionale delle Fattorie Sociali.

E a titolo rappresentativo : Paolo Cacciari, scrittore e giornalista di Altraeconomia; Riccardo Troisi dell’Università di Colombia Economie Trasformative; Pietro Puccio dell’AICCRE; Francesca Forno, sociologa dell’università di Trento; Roberto Brioschi, ruralista e scrittore; Virgina Meo, Rete di economia solidale Puglia; Roberto Roversi, Coordinamento della Campania per l’agricoltura contadina.

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