Il sogno di Giovanni Tumbiolo: “la Blue Economic Zone” nel Mediterraneo
E’ stato dedicato al compianto Presidente del Distretto della Pesca e Crescita Blu, Giovanni Tumbiolo, il convegno “Dalla Maritime Space Planning alla BLU ECONOMIC ZONE, l’intuito di Giovanni Tumbiolo” che si è tenuto ieri pomeriggio presso l’Auditorium “Mario Caruso” organizzato, nell’ambito della VII edizione di Blue Sea Land-Expo del Mediterraneo, Africa e Medioriente, dal Dipartimento della Pesca Mediterranea della Regione Siciliana.
Tracciando un profilo biografico su Giovanni Tumbiolo (dopo gli studi universitari ha conseguito un Master in Economia Gestionale promosso da Confindustria e Università Bocconi. Ha svolto attività di Ricerca all’Università di Palermo presso l’istituto di Diritto del Lavoro e della Navigazione diretto dal Prof. Guido Camarda in materia di Diritto internazionale del Mare) si potrà meglio comprendere il percorso che ha portato lo stesso a formula una proposta di grande attualità considerate i cambiamenti geopolitici intervenuti nell’area Mediterranea, ed in generale nello scenario globale.
Giovanni Tumbiolo, ideatore e promotore di Blue Sea Land e da molti riconosciuto come “Ambasciatore del Mediterraneo”, è stato fondatore del Consorzio Siciliano per la Valorizzazione del Pescato e nel 2006 del Distretto Produttivo della Pesca che poi a partire dal 2016, in linea con i principi della blue economy propugnati dal Distretto, è diventato “Distretto della Pesca e della Crescita Blu”; Giovanni Tumbiolo è stato anche Coordinatore dei Distretti agroalimentari. E’ stato fra i primi ideatori e cultori della dottrina economica e sociale della Blue Economy, sempre fortemente impegnato nella costruzione del processo di cooperazione, di dialogo e di Pace fra i popoli.
E’ stato ideatore e promotore del “Forum del Mediterraneo”, del “Foro per l’Africa” e, appunto, a partire dal 2012 di “Blue Sea Land”. Nel corso degli anni ha guidato con successo numerose delegazioni di imprenditori in molti Paesi del Mediterraneo, del Medioriente allargato e dell’Africa. Ha ricevuto in Sicilia in visita alle strutture del Distretto numerose delegazioni istituzionali, imprenditoriali, scientifiche e tecniche provenienti da Nazioni europee, americane, dell’Asia e dell’Africa; numerose le sue missioni in quei Paesi per gettare le basi di una cooperazione che partendo dalla pesca si poteva estere alla ricerca scientifica, alla formazione, ed altri settori produttivi.
Giovanni Tumbiolo è stato un finissimo esperto in materia di relazioni internazionali mettendo le proprie capacità e conoscenze della materia “mare” latu sensu al servizio delle Istituzioni, ad ogni livello. E’ stato impegnato per conto di varie Nazioni ed Enti nella soluzione di situazioni di “crisi” in campo marittimo in particolare in Tunisia, Libia Malta, Libano, Egitto. Spesso è intervenuto nel risolvere intrigate vicende legate ai sequestri di pescherecci da parte di paesi rivieraschi ove esistevano, ed esistono, controversie in materia di confini marittimi, fra acque nazionali ed internazionali. Su tali questioni Tumbiolo si adoperò ad ogni livello, anche presso il Parlamento Europeo ove chiamato più volte in audizione, chiedendo un intervento e proponendo la creazione di una area di cooperazione nel Mediterraneo centrale per mettere fine alla decennale “guerra del pesce”.
Giovanni Tumbiolo da Presidente del Distretto della Pesca e Crescita Blu, in sinergia con l’Osservatorio della Pesca del Mediterraneo, ha elaborato negli anni, a partire dal 2009, un modello di sviluppo, partendo dalla proposta di un macro distretto del Mediterraneo, denominato “Blue Economic Zone” al fine di promuovere la cooperazione e la creazione di piccoli cluster attraverso il ‘software’ della Blue Economy.
“La filosofia produttiva della Blue Economy e le buone pratiche dell’economia circolare -sottolineò Tumbiolo- sono fondamentali per sviluppare il modello economico e sociale del ‘cluster’ nel Mediterraneo con un approccio ‘made with Sicily’. Insieme ai partner dei Paesi del Mediterraneo dobbiamo stabilire delle regole comuni e sviluppare progetti condivisi, ciò serve a valorizzare le piccole comunità locali costiere ed a frenare l’emorragia umana tragicamente in atto”. Il Presidente del Distretto siciliano ha così aggiunto: “la Sicilia è un ponte culturale verso l’Africa ed il Medioriente attraverso il Mediterraneo. La nostra vision é ben rappresentata dall’Expo Blue Sea Land che si svolge nella kasbah di Mazara del Vallo”.
Alla “Blue Economic Zone” nel Mediterraneo, Tumbiolo ha dedicato un capitolo dell’ultima edizione, quella del 2017 e presentata lo scorso maggio all’Ars, del “Rapporto sulla Pesca e sull’Acquacoltura in Sicilia – 2017”. Alla redazione del Rapporto, previsto dalla Legge Regionale n° 16 del 2008, hanno collaborato i ricercatori, i giuristi e gli economisti componenti dello stesso Osservatorio guidato dall’Ing. Giuseppe Pernice. Il Rapporto fornisce una “fotografia” degli aspetti tecnico–biologici, ambientali e socio-economici della filiera della pesca siciliana e mediterranea.
Il convegno “Dalla Maritime Space Planning alla BLU ECONOMIC ZONE, l’intuito di Giovanni Tumbiolo”, moderato dalla giornalista Elvira Terranova, si è articolato in due sessioni, la prima “Mare di nessuno, Mare di tutti”. Sono intervenuti, dopo il saluto del Presidente del Distretto della Pesca e Crescita Blu, Nino Carlino: il prof. Franco Andaloro, Dir. Centro Interdipartimentale Siciliano della Stazione Zoologica di Napoli, Dario Cartabellotta, Direttore del Dipartimento Regionale della Pesca Mediterranea -Regione Siciliana, Loredana Guarino, UO Attività per l’attuazione delle strategie dell’UE in ambito mediterraneo-Serv. 1 – Dip. Affari Extraregionali-Regione Siciliana, ed il sindaco di Lampedusa, Salvatore Martello. Unanime il riconoscimento della portata internazionale della proposta di Giovanni Tumbiolo. In particolare l’Ambasciatore Umberto Vattani, presidente della Venice International University e decano di Blue Sea Land, stretto da una profonda amicizia a Giovanni Tumbiolo, ne ha ricordato l’impegno senza sosta su una tematica complessa e l’intuizione di un modello di cooperazione fondato sulla blue economy.
La seconda sessione è stata dedicata al tema della “Gestione del Mare Mediterraneo nel diritto internazionale: prospettive future”. E’ intervenuto in collegamento video da Milano il prof. Tullio Scovazzi, Docente di Diritto della Navigazione- Università Milano –Bicocca. Scovazzi, in sinergia con Tumbiolo, in questi anni nell’ambito dell’Osservatorio della Pesca del Mediterraneo ha affrontato le problematiche circa la normativa internazionale in merito ai confini marittimi.
Daniela Addis, studio legale Ambiente e Mare, ha osservato: “serve una pianificazione spaziale marittima integrata, uno strumento trasversale di policy nei processi transfrontalieri attraverso la condivisione delle informazioni e di dati con protocolli riconosciuti attraverso direttive condivise ed una giusta normativa. La pianificazione spaziale marittima non è solo di matrice europea, ma uno strumento che ci permette di cooperare con tutti gli altri Paesi che si affacciano sul Mediterraneo”
Il prof. Nicola Romana, Docente di Diritto di Trasporti – Università degli Studi di Palermo: “Giovanni Tumbiolo è arrivato ad una geniale deduzione in quanto allievo, come lo ero io, di un altro visionario, Guido Camarda, che nell’88 aveva scritto un libro sulla cooperazione transfrontaliera. L’idea di territorializzazione e della cooperazione sono il motore di tutto. Se oggi qui a Blue Sea Land sono presente 40 delegazioni straniere, è il segnale che si sente la necessità di questa cooperazione”.
Edy Bandiera, Assessore all’Agricoltura, Sviluppo Rurale e Pesca Mediterranea della Regione Siciliana, ha parlato di alcune misure adottate dal Governo regionale in materia di pesca: “L’obiettivo è giungere ad una cooperazione fra i Paesi rivieraschi. La modifica all’art. V della Costituzione e un mutamento delle politiche comunitarie danno alla Regione un raggio superiore d’intervento, per questo abbiamo proposto questo disegno di legge al Parlamento siciliano con una norma nella quale si individuano “piani di gestione” attraverso l’utilizzo dei fondi FEAMP. Una programmazione strategica è importante per mettere nelle condizioni il sistema della pesca per poter operare in questo contesto con una serie di iniziative per fornire opportunità economiche e finanziarie per poter ammodernare i sistemi di pesca e trasformarne il commercio. Tutto questo si concretizzerà se riusciamo a smarcarci dalla vecchia logica della pesca che la inquadrava come semplice prelievo del prodotto dal mare”.