Doppio incarico Micciché. Corrao (M5S): “Uno schiaffo ai siciliani e ai regolamenti”
La doppia poltrona del presidente dell’Ars Gianfranco Micciché, europarlamentare dal 19 luglio e venuta fuori solo grazie alla solerzia di due giornalisti siciliani, è l’ennesimo schiaffo in faccia ai cittadini. Una vergogna targata Forza Italia per la quale chiediamo il parere del presidente Tajiani, sempre pronto a giudicare tutto e tutti. Cosa dice Tajani adesso? Prova imbarazzo o no?”. A dichiararlo è l’europarlamentare del Movimento 5 Stelle Ignazio Corrao, che commenta così il doppio incarico, presidente dell’Ars e deputato europeo, del forzista siciliano Gianfranco Miccichè. Un doppio incarico palesato da due articoli di stampa a firma di Antonio Fraschilla per il quotidiano La Repubblica e Mario Barresi per il quotidiano La Sicilia. “Quello che fa ancora più specie in questa triste vicenda – spiega Corrao – è che se i giornalisti non lo avessero reso noto, Micciché avrebbe continuato a far finta di niente, giocando anche sul nome di Giovanni, certamente meno riconoscibile rispetto a quello di Gianfranco e pure in barba agli stessi regolamenti di quell’Assemblea Regionale di cui lui stesso di definisce garante. Assemblea che peraltro lavora pochissimo grazie anche alla sua gestione. Cosa ancor più grave è la spocchia con la quale l’onorevole Micciché continua a parlare di indennità e soldi, pensando di fare uno smacco al Movimento 5 Stelle o ai suoi compagni di partito. Ebbene, Gianfranco Micciché, lo smacco lo sta facendo soprattutto ai siciliani, mostrando loro tutto il suo attaccamento alle poltrone e alle indennità, facendo carta straccia dei regolamenti dell’Ars e della gestione dell’Aula. Insomma, votando Musumeci, i siciliani lo scorso autunno, hanno fatto un pessimo affare. Nel frattempo, l’Europa è e rimane una cosa seria e mentre gli altri paesi, negli anni lottavano per i diritti dei propri concittadini, i partiti italiani come Forza Italia e affini, mandavano qui a Bruxelles, conduttori televisivi e starlette. La tradizione non è cambiata. I deputati siciliani erano cinque ed eravamo già pochissimi. Ora siamo ancora meno – conclude Corrao – continuate a scherzare con le tasche dei cittadini”.