Disabili, Faraone: “Musumeci non la butti in politica e firmi i decreti”. Il governatore della Sicilia: “Il presidente della Regione non ha bisogno di ricevere ultimatum”
“Il mio quinto giorno di sciopero della fame coincide con la scadenza dell’ultimatum di Razza. Ricordate? L’11 luglio l’assessore siciliano alla Sanità diceva che se entro 5 giorni le Asp non avessero regolarizzato i pagamenti degli arretrati ai disabili gravissimi, ciò avrebbe comportato l’avvio del procedimento di decadenza per i commissari. Ebbene, da stamattina il mio telefono squilla ininterrottamente. Mi chiamano da ogni parte della Sicilia, tantissimi sono coloro che ancora non hanno ricevuto nulla. L’ultimatum è servito a poco. E poi le Asp continuano a non chiamare gli aventi diritto che non hanno fatto le domande”. ” Così su Facebook, Davide Faraone, senatore del Pd, da cinque giorni in sciopero della fame a sostegno dei disabili siciliani.
“Siamo ancora nel caos – continua – e il ritardo sta diventando insopportabile. E ricordo che stiamo parlando esclusivamente di arretrati, di soldi che migliaia di disabili e le loro famiglie aspettano da oltre sei mesi. Per il resto, del nuovo decreto del presidente della Regione, che deve regolamentare i successivi contributi per i disabili gravissimi, si sono perse le tracce. Né si ha notizia dei 40 milioni di euro per i disabili gravi”.
“Musumeci firmi il decreto – conclude Faraone – e Razza dia l’ultimatum anche al suo presidente della Regione, sperando però di essere più fortunato. Io continuo lo sciopero della fame, senza se e senza ma. Avanti, insieme!”
“Musumeci firmi il decreto e non la butti in politica. Sto ponendo un tema di giustizia sociale e non in nome di un partito o di uno schieramento. Ho ripetuto in tutte le salse che le battaglie per i diritti degli ultimi non hanno colore politico”. Lo dice Davide Faraone, che da cinque giorni ha intrapreso una iniziativa di dialogo non violento con uno sciopero della fame a sostegno dei disabili siciliani.
“Oltre diecimila disabili – aggiunge – aspettano da mesi un contributo che per legge dovrebbe arrivare ogni mese, la Regione e tutte le sue articolazioni in tema di assistenza e salute fanno acqua da tutte le parti, migliaia di famiglie combattono da mesi contro una burocrazia che ha trasformato un diritto in un torto e Musumeci che dice? Dice che i decreti, quelli che avrebbero dovuto già far partire i contributi di maggio, giugno e luglio sino a dicembre sono pronti. Sono pronti? E perché non li ha ancora firmati? Cosa aspetta? E’ talmente grave quello che sostiene Musumeci che probabilmente non se ne rende conto neppure lui”.
“Risulta poi davvero comico, se non fosse maledettamente tragico per migliaia di famiglie – continua Faraone – sentir dire al presidente della Regione che sono stati ‘un po’ più previdenti e adeguati del passato’ avendo previsto una norma in legge finanziaria che disciplina l’entrata in vigore del decreto. Se l’essere previdenti e adeguati significa far aspettare nove mesi chi ha l’urgenza quotidiana di ricevere il denaro per alzarsi dal letto, uscire ed essere assistito adeguatamente, allora forse sarebbe stato meglio essere imprudenti e inadeguati”.
“La mia iniziativa di dialogo nonviolento – conclude Faraone – sarà inutile per lui, sono convinto che, conoscendo le storie di tanti disabili, storie vere di chi soffre e non le storielle di chi fa propaganda, riuscirà a ristabilire un diritto negato. Ed è solo questo quello che importa”.
Non si è fatta attendere la risposta del presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci: “I decreti del presidente della Regione e quello interassessoriale ‘Famiglia-Salute’, a esso collegato, sono già pronti da settimane, senza bisogno che il senatore Faraone portasse avanti una protesta inutile. Qualcuno lo informi che la Legge finanziaria regionale ha previsto una norma che disciplina la fase che precede l’entrata in vigore del decreto. Quindi siamo stati un po’ più previdenti e adeguati di quanto non sia accaduto nel passato. Il presidente della Regione non ha bisogno di ricevere ultimatum, perché sta lavorando per risolvere le tante iatture lasciate dal partito di Faraone e dal governo che lui ha sostenuto fino all’ultimo giorno”.