Domenica la Fillea e la Cgil commemorano il 58° anniversario dei caduti dell’8 luglio 1960 a Palermo

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Domenica la Fillea e la Cgil commemorano il 58° anniversario dei caduti dell’8 luglio 1960 a Palermo, dove tra gli altri morirono due edili, Andrea Vella e Francesco Gangitano.  Appuntamento alle ore 9 in via Spinuzza. La Fillea e la Cgil ripercorreranno i luoghi della strage lungo la  via Maqueda durante lo sciopero e la  manifestazione di protesta contro il governo Tambroni. La seconda sosta sarà in via Bari,  per concludere il percorso in via del Celso, dove si trova la lapide che ricorda i due edili.

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La Fillea e la Cgil ricorderanno domenica tutte le  vittime degli scontri di quel giorno  a Palermo e nel resto dell’Isola.  In via del Celso, oltre agli interventi  dei dirigenti sindacali,  delle autorità presenti, dei familiari delle vittime, sarà letta la poesia di Giuseppe Sidoti, studente del Vittorio Emanuele II,  premiato il  25 maggio nel corso dell’iniziativa organizzata dal sindacato degli edili, assieme ai docenti e agli studenti del liceo classico, per ricordare  i fatti dell’8 luglio 1960 a Palermo. Per l’occasione a maggio la Fillea ha indetto un concorso che ha coinvolto i ragazzi nella elaborazioni di testi, saggi brevi poesie  e  anche di un testo musicale.
“Ci sono  fatti storici che rischiano di cadere nell’oblio.  La scelta di coinvolgere le giovani generazioni per coltivare la memoria – dichiarano i segretari generali di Fillea Cgil Palermo Francesco Piastra e Cgil Palermo Enzo Campo –  risponde all’esigenza di  voler contribuire a tramandare il significato storico e politico di alcuni eventi importanti, attualizzandone i valori e facendo rivivere gli ideali della nostra resistenza e della nostra Costituzione”.
Nel corso della protesta,  a Palermo 58 anni fa caddero sotto il fuoco della repressione poliziesca Rosa La Barbera Rosa, 53 anni,  Giuseppe Malleo, di 16 anni, Andrea Gancitano, di 14 anni,  e Francesco Vella, di 42 anni. Quest’ultimi erano due operai edili e Francesco Vella era anche un dirigente sindacale della Fillea. Alla fine 71 dimostranti fuorono arrestati. La zona che andava da piazza Politeama a piazza Verdi si trasformò in un campo di battaglia.
Le manifestazioni di Palermo si innestarono nelle proteste di carattere nazionale in corso tra la primavera e l’estate del 1960. “L’elemento unificante della protesta, che fu innescata dall’elezione del presidente del Consiglio Tambroni,  eletto con i voti determinanti del Msi, fu certamente l’antifascismo – aggiungono Piastra e Campo –    Le altre motivazioni furono di carattere socio-economico: l’esigenza dei lavoratori di avere migliori condizioni di lavoro e più diritti e la grave situazione del meridione”.
“Da quelle lotte per una società più equa e  più giusta – aggiungono i segretari di Fillea e Cgil Palermo – dobbiamo più che mai trarre insegnamento. Molti lavoratori oggi, come allora, vivono una condizione lavorativa priva di diritti nella quale la retribuzione non è commisurata al soddisfacimento dei bisogni e una crescente fetta di popolazione non riesce ad appagare le necessità primarie, quali l’istruzione e la sanità. Tale situazione genera fra la popolazione insicurezza sociale, rabbia e sentimenti razzisti. Ricordare gli ideali di quelle lotte è un antidoto per contrastare il  ritorno delle spinte reazionarie e demagogiche”.

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