Il presidente della Regione Musumeci premia gli alunni del Convitto nazionale ‘Giovanni Falcone’ di Palermo
«Sono felice di vedere che, ancora oggi, ci sia chi ha la voglia di dedicarsi allo studio perché alla fine voi fate un investimento su voi stessi. Più studiate più apprendete e più consolidate il vostro bagaglio per la vita, ma anche chi non riesce a ottenere il massimo dei voti merita di essere incoraggiato e sostenuto e poi tutto il resto lo farete nel corso della vita».
È stata una mattinata dedicata agli studenti del Convitto nazionale ‘Giovanni Falcone’ di Palermo quella del presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci. Il governatore è intervenuto alla tradizionale premiazione degli alunni più meritevoli.
La cerimonia, alla quale era presente anche l’assessore regionale, Toto Cordaro, ex convittore, si è tenuta nella sala teatro ed è stata accompagnata dalle musiche eseguite dall’orchestra ‘Musiconvitto’, diretta dal maestro Giuseppe Mazzamuto.
Il nome scelto per la giornata, Per Esempio, è legato proprio agli ospiti che il rettore del Convitto, Marco Mantione, ha voluto invitare. Personaggi siciliani che, ognuno nel proprio campo, possono essere da esempio per i giovani: il presidente Musumeci, l’assessore Cordaro, lo scrittore Angelo Di Liberto e l’artista Domenico Pellegrino.
Sono stati sessantotto gli studenti premiati, tra scuola elementare, media e liceo, che si sono contraddistinti nell’anno scolastico 2016/2017, per profitto e condotta, ma anche per per meriti letterari, artistici o sportivi. La cerimonia, giunta al suo sesto anno, è un modo non solo per premiare chi ha lavorato sodo e raggiunto risultati eccellenti, ma anche per stimolare gli altri alunni a dare il massimo.
«Il futuro – ha concluso il presidente Musumeci – non si aspetta e avete il diritto di sapere che il futuro non vi regalerà nulla. Dovete contare soltanto su voi stessi, più vi impegnate oggi più sarete pronti ad affrontare il domani. Siate forti e perseveranti, anche quando cadete dovete trovare la forza di rialzarvi, con le ginocchia sanguinanti, dovete essere soldati di voi stessi contro ogni criticità della vita».