Palermo, le sculture di Alba Gonzales nel parco della Fondazione Whitaker: un viaggio ideale e simbolico attraverso i miti mediterranei
Con diciannove sculture di grandi e medie dimensioni collocate nel parco della Fondazione Whitaker, a Palermo, Alba Gonzales darà vita ad un viaggio ideale e simbolico attraverso i miti mediterranei, rivissuti nel moto pendolare fra desiderio e nostalgia. La mostra (25 maggio – 30 settembre) che sarà presentata domani in anteprima per la stampa, è promossa e realizzata dalla Fondazione Cultura e Arte ed è organizzata da Civita Sicilia.
Romana di nascita, fra genitori e nonni la nota scultrice raduna in sé origini siciliane, greche, spagnole e francesi, con un cosmopolitismo mediterraneo che spiega per alcuni aspetti il patrimonio mitico e mitologico che dà linfa alle sue opere, sotto il segno di un culto sensuale della forma e del corpo umano. Proprio per queste radici così legate al Mare nostrum, l’approdo delle sculture di Alba Gonzales a Palermo, città “meticcia” per eccellenza, moltiplica gli echi epici ed evocativi delle sue opere, ulteriormente arricchiti dalla sede scelta per la mostra, quella Villa Malfitano Whitaker nata per volontà di un illustre esponente (Giuseppe Whitaker) della comunità anglopalermitana di fine ‘800 e ricca di tesori giunti dalle culture più diverse e lontane.
Come scrive in catalogo il curatore della mostra, Gabriele Simongini, “Alba Gonzales appartiene alla schiera sempre più ristretta di scultori nell’autentico senso del termine e in particolare spicca per l’aspirazione a dire tutto, interamente e senza filtri intellettualistici, attraverso la forma che è per lei, essenzialmente, forma del corpo umano inteso come tempio dell’anima, nei suoi aspetti negativi e positivi, destinati a convivere indissolubilmente. Di fronte ad una società votata alla ricerca dello stordimento ed anestetizzata dai social network, la Gonzales, manifestando un intenso impegno etico, forza volutamente i toni delle tematiche scelte (l’avidità, l’ossessione per il sesso e il potere, la vanità, il dominio del narcisismo e dell’apparire, la furia bellicista, ecc.), li rende icastici, teatrali e quasi iperbolici, portando al tempo stesso avanti la necessità di non cancellare la memoria e i mille fili che ci legano al focolare del passato, da tenere sempre acceso.”.
“Chiunque si trovi di fronte ad un’opera di Alba Gonzales – afferma Emmanuele F. M. Emanuele, Presidente Onorario della Fondazione Cultura e Arte – non può che rimanerne sedotto o sorpreso. La grazia delle forme e delle linee, la plasticità dei movimenti, gli atteggiamenti sensuali ma mai volgari propri delle sue sculture – la volgarità e la corruzione dei costumi è anzi ciò che l’artista intende negativamente registrare e denunciare – sono la cifra stilistica più evidente della Gonzales, che incredibilmente riesce a sortire questi risultati forgiando la materia senza partire da un disegno o un progetto preparatorio. La sua arte è spontanea, immediata, fluisce dalle sue mani e dalla sua anima che sono un unicum, e che diventano a loro volta un tutt’uno con il mezzo, il bronzo, scelto anche perché potenzialmente eterno, come lo sono le opere di Alba Gonzales e le questioni esistenziali che esse interpretano”.
Superata la fase prettamente formativa, il percorso creativo di Alba Gonzales si è articolato, sostanzialmente, in due grandi fasi. Fino al 1986 l’artista ha privilegiato la dialettica della struttura con figurazioni antropomorfiche che sondano in modo originale il senso del mito arcaico e del meccanicismo moderno. Successivamente, nelle sue opere, si afferma con forza il tema “Amori e Miti”, tutt’ora in divenire, con l’emersione progressiva di una figurazione più chiaramente articolata e riconoscibile, di natura metamorfica, a sua volta riconducibile ad una rinnovata riflessione sulla cultura e sulle civiltà mediterranee. Contemporaneamente, un altro tema sollecita la ricerca scultorea di Alba Gonzales nella sua aspirazione ad affrontare la condizione esistenziale dell’uomo: “Sfingi e Chimere”, ovvero la componente bestiale dell’animo umano, in un’evidente drammatizzazione e teatralizzazione della sua figurazione fantastica con forti componenti erotico – oniriche.
Nel 1989 Alba e suo marito fondano il Museo Pianeta Azzurro, aprendo la loro villa sul Lungomare di Ponente a Fregene e trasformandola, in parte, in un museo di scultura contemporanea con opere disseminate all’interno della costruzione e nell’ampio giardino. Nel corso del tempo Alba Gonzales ha esposto in molte occasioni sia in Italia che all’estero, con personali en plein air a Roma (Via Veneto, Piazza di San Lorenzo in Lucina, via del Babuino, Lungotevere), Fregene, Pietrasanta, Cortina d’Ampezzo, San Quirico D’Orcia, Lido di Jesolo, Vittorio Veneto, Marina di Pietrasanta (Parco della Versiliana), Gubbio, Seravezza. Fra le collettive più importanti di questi ultimi anni vanno almeno citate le sue partecipazioni alla mostra “Da Martini a Mitoraj. La scultura moderna in Italia 1950/2000” (tenutasi nel 2005 alla Basilica Palladiana di Vicenza e curata da Rossana Bossaglia e Alessandra Zanchi) e alla 54a Biennale di Venezia (2011) nel Padiglione Italia (nella sede di Palazzo Venezia, a Roma) curato da Vittorio Sgarbi. Fra le sue ultime personali spicca quella del 2014 a Ravello, a Villa Rufolo, intitolata “Amor Maris. I miti scolpiti” e curata da Maria Mucciolo.
Il catalogo della mostra, pubblicato da Silvana Editoriale, oltre alle immagini delle opere fotografate nel parco di Villa Malfitano Whitaker, conterrà i testi del Prof. Avv. Emmanuele Francesco Maria Emanuele, Prof. Paolo Matthiae, Dante Maffia e Gabriele Simongini, un’intervista all’artista di Tiziana D’Acchille, Direttrice dell’Accademia di Belle Arti di Roma, un’antologia critica e una nota biografica.
Per l’occasione verrà realizzato da Raffaele Simongini un documentario dedicato all’artista che sarà proiettato in mostra la sera dell’inaugurazione e durante tutta la durata dell’esposizione.
Orari
Dal lunedì al sabato dalle 10.00 alle13.00 e dalle 16.30 alle 19.00. Domenica chiuso