Edilizia in crisi: 864 lavoratori in meno a Palermo in un anno
Non accenna a diminuire, nella nostra città, la crisi dell’edilizia. Gli operai edili attivi a Palermo, confrontati con quelli di un anno fa, sono passati da 7.366 a 6.502, con un saldo negativo di 864 lavoratori in meno. E le imprese attive calano da 1698 a 1573, ovvero 125 in meno. Si contrae, di conseguenza, la massa salari: negli appalti pubblici si passa da 14 milioni e 575 a 11 milioni 351 euro, con un decremento riscontrato di 3 milioni 224 mila euro (il 22 per cento). Nel lavoro privato la contrazione è dell’ 8 per cento: si passa da 17 milioni e 234 mila euro di massa salari a 15 milioni 742 mila euro. In totale, un calo di 5 milioni di euro e 244 mila euro, da 34 milioni a circa 28 milioni.
Sono gli ultimi dati forniti dalla Cassa edile relativi ai mesi di ottobre 2017-febbraio 2018, diffusi oggi durante l’assemblea generale della Fillea Cgil Palermo, convocata per discutere della bozza di documento congressuale e della situazione degli appalti a Palermo, alla presenza del segretario nazionale Fillea Cgil Alessandro Genovesi.
“Purtroppo si continua a registrare un trend negativo nel settore dell’edilizia, con un calo marcato delle opere pubbliche – dichiara il segretario generale della Fillea Cgil Palermo Francesco Piastra – E questo avviene in presenza di investimenti pubblici previsti e annunciati dal Comune di Palermo, dall’area metropolitana e dalla Regione ma con i cantieri che non vengono aperti. Secondo i dati Urega, tra la provincia di Palermo e il Comune non si riescono a definire gare per appalti di opere pubbliche per un valore che ammonta a circa 30 milioni di euro”. “I cantieri edili non si aprono – aggiunge Piastra – e quelli aperti vanno a rilento. L’appalto del passante ferroviario rischia di chiudere perché la Sis insiste sul licenziamenti di tutti i 261 operai. Il cantiere della Bolognetta- Lercara viaggia con un ritardo di un anno ed è improbabile che l’opera venga consegnata nel 2019”. Qualora nei prossimi incontri la Sis dovesse insistere sui licenziamenti, i sindacati sono pronti alla mobilitazione.