Bando aree di crisi: Catanzaro (Sicindustria): “Intervenga Musumeci, un nuovo bando è incomprensibile e allunga i tempi”

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Giuseppe Catanzaro ex presidente di Sicindustria

“Apprendiamo dalla stampa che l’assessore regionale delle Attività produttive, Mimmo Turano, a proposito dei fondi del contratto di programma per gli investimenti nelle aree di crisi industriale non complessa, parla di un ‘bando bloccato da 4 anni’ e aggiunge di non sapere ‘neppure quali siano le imprese del vecchio bando’. Vorremmo pertanto renderci utili, ricordano le fasi che hanno portato Invitalia ad aprire la call per individuare progetti di investimenti nelle aree definite depresse”. Lo dice il presidente di Sicindustria, Giuseppe Catanzaro, a proposito delle agevolazioni previste dall’accordo di programma tra Mise, Regione Siciliana e Invitalia. “Con decreto del Mise del 24 febbraio 2017 – afferma Catanzaro – è stata fissata alle ore 12 del 4 Aprile 2017 la data per inviare le domande di ammissione; con decreto del Mise del 5 aprile 2017 è stata disposta, a partire dal 6 aprile 2017, la chiusura in considerazione del fatto che il fabbisogno finanziario derivante dalle domande presentate superava ampiamente la dotazione finanziaria stabilita nel decreto ministeriale del 31 gennaio 2017; la maggior parte delle aziende che hanno presentato domanda hanno ricevuto la comunicazione della sospensione dell’iter di valutazione a causa dell’avvenuto impegno delle risorse finanziarie disponibili;  ad oggi perdura la sospensione dell’iter e rimangono appese ad un filo 27 progetti di investimento presentati da aziende siciliane”.

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“L’intero iter quindi – aggiunge il leader degli industriali – si è consumato appena un anno fa e non quattro come sostiene l’assessore. Chiediamo al presidente della Regione, Nello Musumeci, di intervenire affinché non si disperda un patrimonio di progetti (27) immediatamente cantierabili. La decisione di indire un nuovo bando allunga immotivatamente i tempi senza assicurare il risultato (ossia attuare il prima possibile i programmi di investimento dai quali si avvia la reindustrializzazione e il recupero dei siti dismessi generando nuovi occupati), e penalizza tutte quelle imprese che, fidandosi delle Istituzioni, l’anno scorso hanno deciso di investire in territori dove è stata certificata una profonda crisi e un grave tasso di disoccupazione. A beneficio dell’assessore Turano, inviamo le schede di Invitalia dalle quali è possibile trarre indicazione sulle tipologie dei progetti presentati, le aree di localizzazione, il numero di posti di lavoro previsti e il valore degli investimenti.

Condividiamo con l’assessore l’idea che questa regione debba cambiare mentalità. La responsabilità per creare benessere sociale non è infatti compatibile con questo modo di procedere. Si tratta di un modello che allontana chi vuole investire, scoraggia e, in alcuni casi, danneggia chi ha già investito. A queste condizioni è difficile parlare di Sicilia che attrae. Anzi, nei fatti, avviene esattamente il contrario”.

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