Villa Sofia, protesi per risolvere la disfunzione eretile: ad aprile quattro interventi alla presenza di giovani andrologi per un progetto nazionale
L’intervento di protesi peniena risolve i problemi di disfuzione erettile in oltre il 90% dei casi. Ma soltanto una persona su sei fa ricorso a questa tecnica. L’Azienda Villa Sofia-Cervello, Centro di implantologia peniena riconosciuto dalla Società italiana di Andrologia, al fine di incentivare e far conoscere i vantaggi di questi impianti protesici, sarà fra gli attori nazionali il 3 e 4 aprile del Progetto Nasa Evolution, varato dalla Società Italiana di Andrologia. Un’iniziativa nata in particolare per favorire il perfezionamento chirurgico e diagnostico in Andrologia, grazie alla partecipazione di giovani andrologi che in questi mesi stanno partecipando in diversi centri specializzati italiani a stage di apprendimento nelle varie branche andrologiche. Villa Sofia, con l’Unità operativa di Urologia, è stata identificata come sede formativa per la Chirurgia protesica peniena, responsabile tutor il dr. Emilio Italiano, e il 3 e 4 aprile darà vita a quattro interventi per l’impianto di protesi peniena, ai quali assisteranno due giovani urologi italiani, uno proveniente dall’IRCCS Istituto nazionale tumori di Napoli, l’altro dal San Raffaele di Milano, selezionati dalla Società italiana di Andrologia attraverso un bando nazionale.
“Siamo ospedale di riferimento in Sicilia per tale tipologia di interventi che risolvono una delle frequenti complicanze, come la disfunzione erettile, in seguito ad interventi di prostatectomia radicale ma non solo – spiega il dr. Italiano. Sebbene l’uso della tecnica di prostatectomia radicale robot-assistita abbia determinato una sensibile diminuzione del problema, in base all’esperienza della nostra Unità operativa, questo è comunque ancora abbastanza elevato in considerazione del fatto che il primo obiettivo è la radicalità oncologica piuttosto che la salvaguardia della funzionalità erettile. L’individuazione di tumori della prostata in età sempre più giovane se da una parte permette di rimuovere il tumore, dall’altra determina una perdita della qualità della vita di relazione dell’individuo e della coppia. Gli impianti protesici risolvono questa problematica con una soddisfazione valutata su questionari validati tra il 92 e il 94%, grazie a protesi tricomponenti di ultima generazione che consentono un’erezione quasi del tutto analoga a quella naturale”.
La protesi peniena è un dispositivo medico che viene inserito all’interno del pene allo scopo di ripristinare una funzione fondamentale dell’uomo come la funzione sessuale, compromessa da un intervento chirurgico, in seguito a tumore alla prostata o alla vescica o al retto o in soggetti che soffrono di malattie cardiovascolari, diabete o disfunzioni che occludono i vasi penieni. In molti casi, 3 su 10, i soggetti ricorrono alle pillole, ignorando l’esistenza di un’alternativa efficace e garantita come appunto l’impianto protesico. Ogni anno in Italia sono almeno 3mila gli uomini che ne avrebbero bisogno ma soltanto 500 ricorrono all’intervento, probabilmente per scarsa informazione, per timori vari, ma anche per le difficoltà ad accedere a questa tecnica nelle strutture italiane pubbliche.