Ars: il governo Musumeci cade sul Documento di programmazione economica finanziaria
Cala il sipario sulla flebile maggioranza di governo in Sicilia. L’Assemblea regionale siciliana con 32 voti favorevoli (ne servivano 33) e 32 contrari su 65 presenti (un deputato non ha votato) non ha dato il via libera al Defr 2018-2020, il Documento di programmazione economica finanziaria, che ora dovrà tornare in commissione Bilancio domani a mezzogiorno per una sua “rivisitazione” mentre il disegno di legge di proroga (30 aprile) dell’esercizio provvisorio che scade il 31 marzo sarà discusso in aula alle 16. Prima del voto, il capogruppo del Pd, Giuseppe Lupo, aveva chiesto a Musumeci di prendere atto di non avere una maggioranza e di dimettersi. In aula c’è stato un confronto duro con le opposizioni (M5S con 20 deputati e Pd 11) con l’inevitabile bocciatura del Defr che prevede oltre 1,7 miliardi per il reddito di inclusione e altri interventi per i disoccupati da avviare entro la fine dell’anno ma su di esso la Sezione di controllo della Corte dei conti aveva evidenziato forti perplessità.
“L’avvio al lavoro di alcune centinaia di persone è bloccato da continue faide fra fazioni politiche – ha tuonato Cateno De Luca che ha dichiarato di avere votato contro il Defr -. Ho chiesto solo che si ponesse fine a questo gioco al massacro sulla pelle di centinaia di famiglie e che il Governo facesse una chiara scelta per garantire il ripristino della legalità e la discontinuità col passato. Era per me, e l’avevo detto a viso aperto e senza sotterfugi, un banco di prova rispetto alla affidabilità del Governo Musumeci, di cui ho registrato l’imbarazzato silenzio, traendone le conseguenze politiche”.
“Il Defr del governo Musumeci – ha evidenziato Antonello Cracolici – è drammaticamente vuoto. È il primo documento con il quale l’esecutivo si presenta in aula, e non contiene nessuna scelta di indirizzo. Ci sono solo una serie di “auspici”, di “titoli” sui quali siamo tutti d’accordo: bisogna sostenere lo sviluppo, l’economia e l’occupazione. Come fare, però, non c’è scritto”.
“Il presidente della Regione Nello Musumeci ha incassato il colpo e rilanciato: “Se il Parlamento non mi consentirà di lavorare, non ho alcuna difficoltà a riconsegnare la Sicilia al voto dei cittadini”. A questo punto Musumeci potrebbe avviare un dialogo con l’unico rappresentante della Lega che, stando così le cose, con il suo voto potrebbe essere determinante ma il Carroccio rappresentato da Tony Rizzotto ambisce da tempo ad avere un assessorato e potrebbe cogliere l’occasione per entrare in giunta.
In sintesi, la XXVII legislatura non è iniziata nel migliore dei modi e lo spettro di rivivere la stessa esperienza maturata dal precedente governo targato Crocetta (che detiene il record di assessori nominati in giunta), con il passare dei giorni, si sta sempre di più materializzando.