Fibrillazioni nel centrodestra, la Lega rivendica un posto in Giunta. Rizzotto: “Siamo il quarto partito”. “Vaporizzati” i voti centristi. Miccichè: “Se i nostri alleati avessero mantenuto i voti delle scorse Regionali, non avremmo perso neanche un collegio”

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Togliere dal simbolo il “Nord” e trasformare il Carroccio in un partito nazionale sta dando i primi frutti anche nell’Isola. Infatti, alla luce dei dati elettorali in Sicilia che evidenziano la buona performance della Lega che si pone nell’Isola come secondo partito del centrodestra e il quarto in assoluto con oltre il 5 per cento, ritornano alla carica i responsabili leghisti siciliani rivendicando nuovamente un posto nella giunta regionale guidata da Nello Musumeci: “L’ottimo risultato ottenuto in Sicilia dalla Lega nelle recenti elezioni politiche – afferma il deputato regionale leghista Tony Rizzotto – non fa altro che confermare il grande potere di penetrazione che il nostro partito e Matteo Salvini hanno avuto sull’elettorato della nostra regione. Sarebbe stato impensabile fino a qualche mese fa che la Lega divenisse il quarto partito siciliano. Questo successo – continua Rizzotto – si deve alla chiarezza e bontà politica delle proposte della Lega, che si pone come unico argine al pressappochismo del Movimento 5 Stelle con un progetto basato su risposte concrete a problemi concreti e quotidiani delle nostre comunità: il ripristino dei controlli sui confini, l’introduzione di una politica dei respingimenti in mare, la difesa del lavoro e la promozione di nuova occupazione, l’introduzione di una sola aliquota del 15% (Flax Tax) sul reddito di persone e di aziende, oltre alla particolare attenzione sui problemi della disabilità e l’emanazione di una nuova legge sulla legittima difesa. Tutti punti cardine di un programma che ha trovato vera condivisione da parte dei siciliani che lo hanno premiato con un lusinghiero risultato elettorale portando a Roma parlamentari leghisti siciliani che saranno garanzia dei diritti e delle necessità dei siciliani. Adesso credo non sia più procastinabile un confronto politico con il Presidente della Regione e con le forze del centrodestra siciliano – conclude Rizzotto – perché sia data la giusta rappresentatività e responsabilità di governo alla quarta forza politica dell’isola”.

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Intanto, nei centristi, tutti esclusi dal Parlamento, c’è grande delusione per i risultati elettorali ottenuti poiché le aspettative viaggiavano verso altre percentuali, invece si sono visti “vaporizzare” i consensi avuti alle regionali di appena quattro mesi fa.  Noi con l’Italia, una lista che comprendeva l’Udc, gli ex Ncd, i Popolari e autonomisti, diversi assessori regionali e i rappresentanti di due ex governatori, probabilmente anche per il poco tempo a disposizione, non è riuscita a fare conoscere il proprio progetto politico agli elettori.

Di fatto è tutto il centrodestra che perde circa il 10 per cento rispetto alle regionali ma dopo gli attacchi dei giorni scorsi dell’ex senatore Tonino Dalì (“per arginare l’onda grillina ci volevano ben altre candidature”) e dell’ex forzista Vincenzo Figuccia, oggi Udc che non fa mistero di aver votato all’uninominale a Palermo per il grillino Giorgio Trizzino, Gianfranco Miccichè rilancia: “Questi sono i risultati di Forza Italia in Sicilia: due anni fa non avevamo raggiunto il 5% in occasione delle amministrative, lo abbiamo raddoppiato alle Amministrative successive con oltre il 10% e abbiamo raggiunto il 16% alle Regionali – cosa a cui nessuno poteva credere – e infine conseguito il 21% col voto di domenica scorsa. Prima regione in tutta Italia e con oltre 90000 voti in più rispetto alle ultime Europee. Se i nostri alleati avessero mantenuto i voti delle scorse Regionali, non avremmo perso neanche un collegio.  Ma, detto questo, sarebbe folle non recepire il messaggio di queste elezioni: Forza Italia ha bisogno di un profondo cambiamento e di nuove regole. Per questo – continua Miccichè -la settimana prossima, convocherò una riunione in cui ogni parlamentare potrà dire la sua in assoluta libertà all’interno del partito. Non posso però non sottolineare che l’etica, il rispetto reciproco, la correttezza nei comportamenti, sono alla base dei rapporti umani, in ogni contesto sociale. Prima di ogni riflessioni politica, prima dell’analisi del voto, prima di ogni considerazione elettorale, ritengo sia necessario chiarire che se tutti noi avessimo fatto il nostro dovere di votare il partito, il risultato sarebbe stato ancora migliore. Non possono far parte di Forza Italia coloro che, per il solo fatto di non essere stati candidati, hanno platealmente votato e fatto votare il Movimento Cinque Stelle. Forza Italia  – conclude Micciché – non è adatta a loro e loro non sono adatti a Forza Italia”.

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