M5s: “cappotto” in Sicilia. Figuccia chiede le dimissioni di Miccichè che replica: “Forza Italia al 21%, risultato straordinario nell’Isola. Noi unico argine a populismo grillino”. Débâcle del Pd
Il responso delle urne evidenzia che il M5S è il primo partito in Italia con il 32,66% alla Camera e il 32,21% al Senato (superato dalla coalizione di centrodestra che ha ottenuto il 37% alla Camera e il 37,50% al Senato) con una solida base nel Sud ed in Sicilia (circa il 48% dei consensi) dove ha vinto tutti i 28 collegi uninominali. Un “cappotto” che si era già verificato nel 2001 con il centrodestra guidato dall’asse Miccichè-Cuffaro che vinse contro il centrosinistra. La Sicilia con la più bassa affluenza alle urne tra le regioni italiane regista la débâcle (annunciata) del Pd ai minimi storici con il 18,72% alla Camera e il 19,14% al Senato (che potrebbe portare alle dimissioni di Matteo Renzi), buona affermazione della Lega di Matteo Salvini (17,41% Camera e 17,67% Senato) che per la prima volta supera Forza Italia (14,3% Camera e 14,46% Senato) su scala nazionale e raddoppia, rispetto alle regionali, i voti in Sicilia, mettendo Salvini nelle migliori condizioni per rivendicare la leadership del centrodestra. La cosiddetta quarta gamba del centrodestra rappresentata da “Noi con l’Italia-Udc” (1,31% Camera e 1,20 Senato) non decolla, anzi vede vaporizzarsi il 14% dei consensi ottenuti in Sicilia alle passate regionali; flop di Liberi e Uguali di Piero Grasso con 3,39% alla Camera e 3,29% al Senato, rimane ampiamente al di sotto delle aspettative. Rientrano nelle previsioni della vigilia tutti i risultati maturati dalle altre forze politiche anche se forse da Fratelli d’Italia alcuni analisti politici si aspettavano una percentuale maggiore del 4,33% alla Camera e del 4,25% al Senato.
In sintesi, possiamo dire che dalle urne nasce la “Terza Repubblica” anche se bisogna capire chi sarà il nuovo premier e, sopratutto, quali saranno le forze politiche che lo sosterranno. Gli italiani hanno bocciato la paventata ipotesi di un governo di larghe intese che doveva essere favorito dall’attuale legge elettorale che ora si dovrà cambiare, essendo fallito definitivamente il bipolarismo.
“Quando il cittadino è libero di esprimere la propria preferenza svincolato dal giogo del voto controllato e dal meccanismo clientelare, questo è il risultato, cioè che l’elettore si riappropria della propria volontà e che soprattutto ha il piacere di tornare alle urne”. Commenta così la storica affermazione del Movimento 5 Stelle a poche ore dalla chiusura delle urne, il deputato europeo M5S e coordinatore nazionale della campagna elettorale di Luigi Di Maio Ignazio Corrao.
“Avete visto che campagna elettorale è stata? I partiti – spiega Corrao – hanno giocato a nascondino. I cittadini hanno compreso che chi prometteva di risolvere loro i problemi, era proprio chi quei problemi li aveva creati. Noi ci abbiamo messo il cuore e l’anima, siamo stati sempre presenti sui territori e continueremo ad esserlo. E’ un risultato storico, ci aspettavamo questi numeri, ma vederli nero su bianco è un’altra cosa. E’ un risultato che dá speranza a una generazione di giovani, ma anche e soprattutto di cinquantenni che credono nella possibilità di riscatto per una terra disgraziata e bellissima come la Sicilia. Ci aspettiamo adesso che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, con il suo consueto equilibrio, si faccia garante della volontà degli elettori di tutta Italia che hanno dato al Movimento 5 Stelle un consenso che non ha pari – conclude Corrao – e che non può e non deve essere ignorato”.
“Il voto delle elezioni politiche deve spingerci ad alcune riflessioni e non basta, anche se fa piacere, evidenziare che il centrodestra sia la coalizione più votata in Italia – afferma presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci – perché il risultato nelle regioni del Sud è il segnale di un malessere profondo che investe le popolazioni più toccate dalla crisi. In Sicilia, la nostra proposta politica, alle elezioni regionali, ha trovato il consenso maggioritario dei cittadini proprio in ragione della necessità di rispondere al loro disagio con azioni di governo precise, respingendo velleità e facili demagogie. Come abbiamo chiesto il rispetto di quel voto, così abbiamo profondo rispetto per quello di ieri, e sappiamo bene che per i prossimi cinque anni saremo chiamati a promuovere nell’Isola tutte le azioni possibili per fare crescere l’economia, ridurre la povertà, diminuire le differenze. Questa è la sfida del nostro governo – conclude Musumeci – ma è anche la sfida cui è chiamato senza alibi tutto il Parlamento siciliano, per condividere e portare a compimento la tanto attesa stagione delle riforme”.
“Non c’è alcun dubbio: l’esito del voto dipinge una Sicilia travolta da un’ondata di protesta ma, nella tempesta, Forza Italia ottiene un risultato straordinario. Sono i numeri a parlar chiaro: la Sicilia è la regione più azzurra d’Italia, col 21% dei consensi è qui che Forza Italia ottiene il suo miglior risultato. Siamo cresciuti di cinque punti percentuali, passando dal 16% delle recenti elezioni regionali, al 21%”. Così il commissario di Forza Italia in Sicilia, Gianfranco Miccichè, a commento del voto.
“E’ un dato importante – continua Miccichè -, non soltanto perché conferma che in Sicilia l’unico argine al populismo grillino è rappresentato da Forza Italia, ma perché certifica che solo da qui può ripartire la costruzione del centrodestra”. “Il risultato del M5S – aggiunge – impone inoltre una riflessione sociologica perché, prima che proposta politica, è un voto ‘contro’. Comunque, un augurio ai Cinque Stelle: che riescano a governare diversamente rispetto a come hanno lasciato intendere di voler fare. Perché – conclude – governare un paese è una cosa seria. Spero che questo lo capiscano”.
Non la pensa allo stesso modo il parlamentare regionale dell’Udc Vincenzo Figuccia che in una nota scrive: “Lorsignori devono comprendere che occorre cambiare l’approccio della politica nei confronti dei cittadini. La democrazia passa dalla centralità del popolo e non può essere sostituita dall’arroganza e dall’egoismo. La politica dei privilegi ha fallito – continua Figuccia -. Dobbiamo ripartire dai temi della giustizia sociale e del contrasto alla povertà. Finito il tempo delle vacche grasse il popolo non è più disposto a tollerare le iniquità. Il centrodestra in Italia perde a causa della dèbâcle ottenuta in Sicilia, dove i candidati poco autorevoli calati dall’alto non piacciono alla gente. Adesso – conclude Figuccia – rinnovamento di idee progetti e nuova classe dirigente. Il presidente dell’Ars ne prenda atto e si dimetta”.
“Analizzando i risultati in Sicilia delle elezioni nazionali, c’è la dimostrazione della grande impresa conseguita alle scorse Regionali dal Centrodestra. Ciò è stato possibile grazie ad una coalizione forte e coesa, attorno a un candidato credibile e capace come Nello Musumeci che ha rappresentato un fondamentale valore aggiunto, così come la lista di DiventeràBellissima” – afferma Alessandro Aricò, capogruppo all’Ars di DiventeràBellissima – aggiungendo: “Le nostre liste allora furono più competitive, concepite dalla base e dai territori, e in tal modo si riuscì ad arrestare l’avanzata grillina. Inoltre, stavolta è stata penalizzante per il centrodestra anche l’assenza di un’univoca candidatura alla carica di premier. E nei grandi numeri ottenuti dai grillini nel Meridione ha influito in maniera determinante la promessa del fantomatico reddito di cittadinanza, capace di attrarre consenso elettorale in una realtà dove la disoccupazione giovanile è tra le più alte dell’intera Europa”. Infine, Aricò sottolinea: “La nostra coalizione dovrà ora fare tesoro di questa esperienza, potendo contare su un governo regionale che ha- dai programmi alle competenze- tutte le carte in regola per dare risposte concrete ai siciliani”.
“Ogni elezione ha una storia a sé stante – sottolinea il sindaco di Palermo Leoluca Orlando – nella quale gli elettori valutano e decidono sui candidati e i programmi per quella elezione e per quella comunità. In queste ore in cui il M5S può legittimamente festeggiare l’elezione di alcuni parlamentari nei collegi uninominali di Roma, in quegli stessi territori il loro candidato alla Regione Lazio è addirittura terzo, segno appunto del fatto che gli elettori hanno scelto diversamente per le elezioni nazionali e quelle regionali. Lo stesso può rilevarsi nel confronto tra risultati elettorali in altre Regioni e città dove risulta evidente che ogni elezione è diversa dalle altre e ciò per rispetto alle scelte libere degli elettori: non solo a Roma e nel Lazio, non solo a Palermo come in Sicilia, ma anche Bari come a Milano, in Campania come in Puglia e in Lombardia o nel Veneto”.
“A giugno dello scorso anno, in particolare, i palermitani hanno scelto col 46% un governo ed un programma fino al 2022, dando fiducia a me e al centrosinistra. A novembre – continua Orlando – i siciliani hanno scelto il governo ed il programma del centro destra fino al 2022. Oggi una larga fetta di italiani ha scelto il Movimento 5 stelle e la Lega per rappresentarli in parlamento fino al 2023. L’idea che una singola elezione possa valere a stravolgere ogni volta il risultato di quelle che l’hanno preceduta è un tentativo maldestro di annullare e di non rispettare la volontà dei cittadini e delle cittadine. Detto questo – conclude Orlando – è evidente che il Pd, cui ho aderito da alcune settimane, deve fare una attenta analisi ed una valutazione critica dei motivi di questa sconfitta e dell’evidente disaffezione degli elettori. E’ chiaramente necessario un significativo cambio di rotta politica e di ricostruzione del contatto con i cittadini. Un percorso al quale, da aderente al Pd, intendo dare il mio contributo”.