Miccichè blinda la sua elezione all’Assemblea regionale siciliana. La guida di Forza Italia nell’Isola starebbe per passare al senatore Scoma

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Il presidente dell'Ars Gianfranco Miccichè

In neo presidente della Regione siciliana Nello Musumeci sta lavorando con gli alleati della coalizione per proporre una squadra di governo che possa fare uscire, in tempi brevi, la Sicilia dallo stato comatoso degli ultimi anni. Con un governo a trazione forzista tutto gira attorno al commissario regionale Gianfranco Miccichè che vuole a tutti i costi la presidenza dell’Assemblea regionale siciliana.  Il leader regionale degli azzurri è impegnato anche su un altro fronte che è quello di non spostare il baricentro del potere all’interno di Forza Italia da Palermo a Catania, arginando la voglia di emergere ed avere più peso politico degli ex di Alleanza nazionale. In quest’ottica, una volta eletto alla presidenza dell’Ars, secondo alcune indiscrezioni, Miccichè avrebbe confidato a qualche suo fedele collaboratore, la volontà di cedere la guida regionale del partito al senatore palermitano Francesco Scoma.

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La mossa di avere proposto il professore Paolo Inglese come assessore all’Agricoltura si presta a diverse interpretazioni: prove di larghe intese con il Pd con un occhio alle politiche di primavera o quella di stoppare le ambizioni dell’ex capogruppo forzista Marco Falcone. Il “no grazie”, del professore Inglese ha rilanciato Falcone all’Agricoltura ma le fibrillazioni all’interno dei deputati di Forza Italia non sembrano attenuarsi. Un altro punto fermo in giunta è quello di Bernadette Grasso (Enti locali) ma anche quello di Edy Bandiera, nome caldeggiato dall’ex ministro Stefania Prestigiacomo, oltre a quello di Gaetano Armao (Economia) designato anche vice presidente della Regione. I Popolari sembrano gli unici ad avere le idee chiare da tempo proponendo Toto Cordaro (Attività produttive) e Roberto Lagalla (Formazione). Con l’ingresso in giunta di Mariella Ippolito al Territorio (in quota Autonomisti), sponsorizzata da Raffaele Lombardo, Miccichè allargherebbe la sua base elettorale per raggiungere l’agognata presidenza dell’Ars. Ruggero Razza di Diventerà Bellissima sembra predestinato ad andare alla Sanità. Sandro Pappalardo per Fratelli d’Italia (Energia), Vincenzo Figuccia (uno parlamentari dei più votati in Sicilia) nelle ultime ore sembra avere la meglio su Costanza Castello, potrebbe andare al Turismo mentre l’altro posto per lo scudocrociato sarebbe blindato per Mimmo Turano (Infrastrutture) visto che è tramontata definitivamente l’opzione rappresentata da Ester Bonafede che, secondo alcune indiscrezioni, sarebbe stata penalizzata a causa dei suoi trascorsi nella giunta di centrosinistra guidata da Rosario Crocetta. Vittorio Sgarbi è l’unico fuori quota per l’assessorato ai Beni culturali anche se sono in molti a sostenere che occuperà questo posto per pochi mesi in vista delle elezioni nazionali che lo vedrebbero candidato, aprendo un nuovo toto assessori all’interno di Forza Italia. La maggioranza conta appena 36 deputati e bastano un paio di franchi tiratori per impallinare Miccichè nella sua corsa al vertice di uno dei parlamenti più antichi del mondo. Per questo motivo Miccichè rinunciando ad un assessorato per Forza Italia e offrendolo agli Autonomisti avrebbe anche la garanzia del voto dell’unico leghista eletto, Tony Rizzotto, da sempre in ottimi rapporti con Raffaele Lombardo. Rizzotto  a questo punto, eviterebbe di togliersi il classico sassolino dalla scarpa, visto che la Lega è rimasta fuori dalla giunta, nonostante gli accordi presi in fase di definizione del listino regionale che prevedevano di inserire un nome di Fdi nel listino e lasciare il posto in giunta ai salviniani che, ricordiamo, si sono presentati insieme a FdI. Intanto, a coordinare i lavori dei 14 forzisti all’Ars sarà Giuseppe Milazzo, già prescelto come capogruppo degli azzurri.

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