Elezioni regionali, Musumeci: “Chi vota Micari è come se votasse i Cinque stelle”
“Dobbiamo puntare sull’impresa perché è l’unica, vera ricchezza per creare il lavoro e, quindi, qualificare i lavoratori, coloro che vogliono imparare un mestiere, coloro che vogliono frequentare una scuola professionale, accompagnare chi a 50 anni viene espulso dal mercato del lavoro e non può ancora andare in pensione. Abbiamo moltissimi temi da affrontare con le organizzazioni sindacali e oggi, intanto, cominciamo a farlo con la Ugl. I siciliani siano consapevoli del fatto che per me il camice bianco del primario ha la stessa dignità di una tuta sporca da meccanico”.
Lo ha detto il candidato alla presidenza della Regione Siciliana Nello Musumeci (#Diventerà bellissima) a Palermo, parlando con i giornalisti a margine dell’incontro con i vertici ed i dirigenti della Ugl, fra i quali era presente anche il segretario generale Francesco Paolo Capone. A Musumeci abbiamo rivolto alcune domande.
Secondo il candidato alla presidenza della regione del centrosinistra Fabrizio Micari, i sondaggi non sono attendibili perché “non tengono conto del peso delle formazioni locali e dell’effetto trascinamento delle liste”.
“Anch’io sono d’accordo con Micari. Non credo ai sondaggi. Bisogna lavorare giorno dopo giorno in mezzo alla gente. E’ questo quello che faccio ormai da diverse settimane”.
Si profila all’orizzonte un massiccio voto disgiunto. Il rischio è che il futuro presidente della regione siciliana non abbia una maggioranza all’Ars.
“Chi vota Micari inevitabilmente è come se votasse i Cinque stelle perché qui bisogna evitare il sorpasso. L’unica soluzione è quella di sostenere la mia posizione. Gli elettori di sinistra sanno peraltro che con me hanno una garanzia istituzionale al di sopra delle parti. L’ho dimostrato quando ero presidente della Provincia di Catania, quando discutevo con tutti i sindaci su un terreno di pari opportunità e di pari dignità e di pari responsabilità”.
Il coordinatore nazionale dei Centristi per l’Europa Gianpiero D’Alia ha detto che “appellarsi al voto disgiunto sembra un evidente sintomo di debolezza”.
“D’Alia resti pure con la sue convinzioni. Io credo che in questo momento i vertici del centrosinistra siano disperati. Per fortuna alla base e per la base noi rappresentiamo ancora un’ancora di salvezza”.
I Cinque stelle hanno votato il bilancio e la legge di stabilità. Secondo lei sono due atti che evidenziano una complicità politica con Crocetta?
“Cancelleri deve spiegare alla gente che tipo di opposizione ha fatto in questi cinque anni all’Assemblea regionale. Noi abbiamo mantenuto un atteggiamento di grande coerenza. Siamo stati gli unici veri oppositori ad un governo fallimentare. Ricordate che il modello Sicilia nella nostra isola è inventato da un patto fra Crocetta e i Cinque stelle”.
Lo Statuto speciale siciliano è da riformare?
“Sì”.