Regionali, Micari: “Noi vinceremo lo stesso nonostante la dispersione di voti a sinistra”

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Fabrizio Micari

Il potenziamento delle infrastrutture in Sicilia, il ponte sullo Stretto di Messina, la programmazione dei fondi europei, il Piano per il Sud, gli interventi sul mondo del lavoro e sulla formazione professionale: sono alcuni punti trattati nel corso dell’intervista a Fabrizio Micari candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione.

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In questa campagna elettorale ho notato che il tema delle infrastrutture le sta particolarmente a cuore… del resto da ingegnere non potrebbe essere diversamente. Parliamo del ponte sullo Stretto di Messina. Ad ogni campagna elettorale regionale, nazionale, europea, il ponte viene rilanciato per poi finire nel dimenticatoio. Lei ha dichiarato di essere favorevole alla sua costruzione…

“Io ho parlato del ponte in modo diverso rispetto a come se ne parla abitualmente. Di solito si parla del ponte come oggetto assestante, senza legarlo a tutto quello che c’è intorno. Io, invece, ho parlato della Sicilia come piattaforma logistica nel centro del Mediterraneo. Il mondo sta cambiando. Sappiamo che ci sono enormi commerci che arrivano dall’Oriente. Prima le grandi navi che arrivavano dall’Oriente circumnavigavano l’Africa e arrivavano in Europa, a Rotterdam. Ora con l’ampliamento del Canale di Suez è chiaro che sono diminuiti i giorni di navigazione. In quest’ottica la Sicilia può rappresentare la piattaforma logistica per i grandi commerci nel centro del Mediterraneo. Per fare questo bisogna potenziare i porti di Augusta e Catania, fare i collegamenti ferroviari veloci fino a Messina. Da questo punto di vista, il ponte diventa un’operazione strategica.

Fava al riguardo ha detto che lei “ha fatto 3 autogol: da candidato perché dovrebbe conoscere i dati sulla velocità media dei treni in Sicilia, da Retore perché dovrebbe sapere quanti studi ci sono stati nel tempo che hanno confermato l’insostenibilità economica dell’opera e da ingegnere perché dovrebbe sapere l’infinita precarietà di questo progetto”.

“Devo evidenziare che ci sono studi di prestigiose società di ricerca che dimostrano l’utilità dell’opera. Bisogna intervenire subito su strade e ferrovie per la manutenzione straordinarie a valere sui fondi per il Piano per il Sud. Ieri, a Palermo, il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Graziano Delrio ci detto che ci saranno collegamenti ferroviari veloci sulla Palermo-Catania, Palermo-Messina e Palermo-Agrigento dove ci saranno una serie di interventi che si possono fare nell’immediato, poi c’è la piattaforma logistica della Sicilia che è una cosa diversa”.

Comunque, anche il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, suo principale sostenitore, non è d’accordo nel voler realizzare questa imponente infrastruttura…

“Ribadisco che io il ponte lo vedo in un’ottica diversa, come piattaforma logistica del Mediterraneo, se non servisse a questo è vero che non sarebbe sostenibile a livello economico. E’ completamente diversa la strategia complessiva in cui si inserisce il ponte”.

La sinistra presenta due candidature alla presidenza della Regione, ovvero quella sua e quella di Claudio Fava. Era proprio necessario portare avanti queste due opzioni che, in sintesi, hanno un bacino elettorale comune?

“Io ritengo che questa domanda debba essere rivolta a D’Alema. Non è stata decisa in Sicilia, è una cosa che secondo me i siciliani non comprendono. Ricordo che intorno al 10 agosto i primi a dire che la candidatura Micari era una candidatura accettabile nella quale si riconoscevano sono stati Sinistra italiana e Mdp. Poi è arrivato l’accordo con Ap ed allora hanno preso le distanze. Peccato che loro governano con Ap a Roma come a Palermo e in altre città. C’è stata una presa di posizione politica nazionale per cui non si doveva fare più questo accordo e non si doveva sostenere un’alleanza così larga e si è fatta questa scelta, secondo me incomprensibile. Io parlo di diritti, di lavoro, del territorio e non mi pare di avere assunto alcuna posizione liberal. Aggiungo che le cose che dice Fava, in modo più aggressivo, le dico io. E’ stata una scelta fatta a Roma e dispiace molto. Noi vinceremo lo stesso però un minimo di rischio esiste a causa di questa dispersione di voti a sinistra che sono voti inutili. E’ un voto inutile che diventa utile per Musumeci”.

Se dovesse essere eletto presidente della Regione darebbe la delega alla Programmazione dei fondi europei all’assessore  all’Economia designato Alessandro Baccei. Parliamo di circa 5 miliardi di risorse finanziarie…

“Da una parte abbiamo il bilancio che deve garantire il buon funzionamento di tutto il sistema, dall’altro dobbiamo guardare alla programmazione che garantisce gli investimenti futuri. Le due cose sono fortemente collegate”.

Il recente allarme lanciato in questi giorni dai grillini sul rischio del voto di scambio in questa competizione elettorale è da condividere?

“Bisogna stare molto attenti per quanto riguarda tutte le operazioni di voto. I grillini hanno invocato l’intervento dell’Osce e anche dei caschi blu. Io credo che in Sicilia ci sia una sufficiente attenzione al voto. Mi auguro che tutto vada in modo corretto. Certo non posso non registrare con preoccupazione quello che accade nelle liste della destra”.

La lista esclusa a Messina denota forse un po’ di superficialità nella gestione dell’iter di presentazione?

“A Messina ci sono stati dei problemi di carattere tecnico e burocratico. Noi abbiamo fatto ricorso al Cga ed aspettiamo l’esito. A me il fatto di Messina mi dispiace molto per i candidati, molto forti, che non hanno la possibilità di competere. Dall’altra parte non credo che ci sarà dispersione di voti perché chi avrebbe votato per quella lista voterà per il centrosinistra”.

C’è un manifesto di 71 docenti universitari che lo invitano a lasciare il Rettorato. A guidarli il professore Andrea Piraino, che insegnava a Giurisprudenza e che è stato assessore al Lavoro nell’ultima delle giunte di Raffaele Lombardo. E’ un caso che questa iniziativa sia portata avanti da un’ex assessore regionale?

“Per me è rispettabile la posizione dei docenti che ritengono che non si possa mettere insieme la politica e l’Università. Il fatto che venga portato avanti da una persona che ha già fatto l’assessore regionale è un po’ anomalo. Io comunque, mi sono messo in congedo”.

Lei è anche un docente universitario… le verrà facile dare un voto al presidente della regione uscente…

“Il governo Crocetta ha fatto alcune cose positive come la stabilizzazione del bilancio e l’opera sulla sanità. Quando bisogna dare un giudizio bisogna guardare il punto dal quale si parte che è il frutto dei governi precedenti di centrodestra caratterizzati da un disastro assoluto. Al governo Crocetta do un’ampia sufficienza”.

Se dovesse essere eletto quali sono le prime cose che vorrà realizzare da presidente della Regione?

“Bisogna attuare dei provvedimenti per accelerare la spesa dei fondi europei e delle risorse nazionali. Il Piano per il Sud ci consentirà di fare grandi opere sul fronte delle infrastrutture. Interventi sul mondo del lavoro e sulla formazione a 360 gradi. Diritto allo studio e formazione professionale che non si è fatta. Basti pensare a quello che c’era nel 2012, dove è stata più la magistratura ad occuparsi della formazione. Si doveva smantellare quel sistema di malaffare. Il governo Crocetta dopo la pars destruens non è riuscito a completare la pars costruens”.

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