Candidature alla presidenza della Regione: “Uno, nessuno e centomila”

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In vista del 5 novembre, data in cui i siciliani saranno chiamati alle urne per il rinnovo dell’Assemblea regionale siciliana e per eleggere il presidente della Regione, sia nel centrodestra che nel centrosinistra aumentano le fibrillazioni per la scelta dei candidati da proporre agli elettori.

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Il coordinatore regionale di Forza Italia Gianfranco Miccichè, secondo alcune indiscrezioni, spingerebbe sul nome del professor Gaetano Armao già assessore della giunta Lombardo che ha annunciato la presentazione di una lista denominata “Siciliani Indignati”. L’alternativa rimane quella di puntare su Nello Musumeci leader di “Diventerà Bellissima”, già in corsa da quattro mesi e sostenuto da Lega e Fdi a cui strizza l’occhio una una parte di Forza Italia, in polemica con lo stesso Miccichè ritenuto responsabile di voler spaccare la coalizione. In Sicilia il centrodestra è rappresentato da Forza Italia, Diventerà Bellissima, l’Udc di Lorenzo Cesa, il Partito dei siciliani, Fdi e Noi con Salvini, ovvero un potenziale di circa il 33% di consensi elettorali. Il perimetro dell’alleanza resta ancora tutto da definire poiché Miccichè è consapevole di dover fare i conti con i veti incrociati di Matteo Salvini e Giorgia Meloni sulla partecipazione di Angelino Alfano alla coalizione. Sondaggi alla mano però dimostrerebbero che senza Ap il centrodestra sarebbe avanti di circa il 2% rispetto ai grillini che resterebbero comunque accreditati per la vittoria finale aprendo anche alle alleanze con movimenti e liste civiche (sarebbe archiviato quello che i grillini consideravano il valore aggiunto della non contaminazione politica).

A questo punto, visto che Musumeci non intende fare un passo indietro, una possibile sintesi potrebbe essere un ticket con Gaetano Armao, candidato gradito a Silvio Berlusconi. Secondo alcune indiscrezioni ad Armao è stata proposta la possibilità di ricoprire il ruolo di vice e assessore all’Economia che peraltro già aveva svolto nella giunta di Raffaele Lombardo ma pare che non abbia fatto salti di gioia poiché punterebbe alla presidenza. Nelle ultime ore pare che Miccichè stia valutando seriamente l’ipotesi di andare da solo con il simbolo di Forza Italia, anche se sarebbero in molti a pensare che stia facendo “pretattica” per abbassare i toni e soprattutto i veti, dei potenziali alleati. Miccichè, sembra non avere dubbi sul fatto che ogni autocandidatura sia sbagliata e che per vincere ci vuole una coalizione larga, a trazione centrista.

Intanto, Saverio Romano leader di Cantiere popolare, interviene nel tentativo di fare chiarezza sul toto-candidature. “Leggo con grande sorpresa fantasiose ricostruzioni e retroscena non solo giornalistici, sulla mancata individuazione, da parte del centrodestra, di un comune candidato alla presidenza della Regione. Cantiere popolare non ha mai posto veti. Sino ad ora solo Giorgia Meloni e Matteo Salvini hanno posto veti e formulato diktat su Alfano e sul centro”. “Tutto il resto – aggiunge Romano –  è fantapolitica”. “Forza Italia – primo partito della coalizione –  avanzi una proposta: su quella coinvolga gli altri partiti in un confronto sereno e costruttivo. Non c’è tempo da perdere. Cantiere popolare crede nella forza di una coalizione coesa che stabilisca le priorità di un programma di riscatto e di sviluppo economico e sociale. Crocetta – conclude Romano – ci consegna una Sicilia distrutta e allo sbando: un centrodestra unito può vincere e governare bene la Regione. Occorre responsabilità, buon senso e gioco di squadra”.

Scalda i motori anche “Italia Civile Popolare” i cui vertici sono pronti a presentare la lista per le regionali. “Siamo aperti ad alleanze sensate e concrete – dichiara il presidente Mario Caruso – e intendiamo dare il nostro massimo appoggio a un candidato alla presidenza che possieda un profilo di livello e che sia largamente condiviso”. “Italia Civile Popolare è pronta a esprimere dei candidati validi in tutte le nove province in vista delle prossime elezioni regionali –  sottolinea Caruso eletto alla Camera dei Deputati e membro della commissione Difesa –. “Il nostro obiettivo è restituire alla Sicilia il ruolo centrale che le spetta e riaffermare quel senso civico e quel rispetto delle regole che contraddistingueva un tempo la nostra cultura e che ora, purtroppo, si sta perdendo”.

Nel centrosinistra Leoluca Orlando dopo il vertice con Mdp e Sinistra Italiana ha rilanciato la candidatura del Rettore dell’Università degli Studi di Palermo Fabrizio Micari che con il passare dei giorni sta prendendo quota, nonostante tutto  in casa del Pd ci sia ancora qualche remora. Il presidente della Regione Rosario Crocetta continua ad invocare le primarie anche se da tempo questa proposta non viene presa in considerazione all’interno del Pd.

Intanto, nell’attesa di capire le future alleanze, continua la sua marcia verso Palazzo d’Orleans, l’ex Rettore dell’Università di Palermo Roberto Lagalla con il su progetto “Idea Sicilia”.

Ottavio Navarra candidato alla presidenza della Regione della Sinistra alternativa al Pd scrive su Facebook: “Leggo che Sinistra Italiana e Articolo 1 avrebbero confermato il loro sostegno alla candidatura del rettore di Palermo, Fabrizio Micari e parlano di una interessante anomalia siciliana ponendo l’unico paletto sulla partecipazione in coalizione di Alfano che viene indicato come l’innominabile. Più che di anomalia parlerei di papocchio siciliano. Nessuna traccia di discussione su programmi e sostegno a chi ha partecipato alle leopolde siciliane e votato si al referendum sulla costituzione. Se questo scenario fosse confermato, e spero di no, nelle prossime ore assisteremo al tracollo di pezzi della sinistra dentro una prospettiva che si preannuncia perdente e che ha il sapore dell’imbarcare tutti, costi quel che costi. Io sogno una Sicilia normale dove le idee contano, dove le storie e le competenze delle persone siano importanti, dove sia possibile costruire un’alternativa a quello che abbiamo visto e vissuto in questi anni. Una Sicilia riformatrice con una cultura di governo, fuori dai politicismi di palazzo, dalla politica delle mance”.

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