Città Metropolitana di Palermo, il Sindaco Orlando boccia il ripristino delle Province e rilancia le elezioni per il Consiglio metropolitano
Il Sindaco della Città Metropolitana di Palermo Leoluca Orlando ha indetto oggi le elezioni per il Consiglio metropolitano, che si svolgeranno il 17 dicembre prossimo. In base alla normativa vigente e al dettato costituzionale, Orlando ha previsto che il Consiglio metropolitano sia composto da 18 componenti, eletti dai Sindaci e dai Consiglieri comunali dei comuni facenti parte della città metropolitana. Le liste potranno essere presentate il 26 e 27 novembre e dovranno esser composte da almeno 9 candidati. Ciascuna lista non potrà contenere più del 60% di candidati dello stesso sesso. Entro cinque giorni dalla pubblicazione del decreto di indizione delle elezioni, l’Assessorato Regionale per le Autonomie locali e la Funzione pubblica dovrà costituire l’Ufficio elettorale. “Prosegue con questo importante passo – afferma Orlando – e dopo l’insediamento del Sindaco metropolitano a giugno, il processo di messa a regime della Città metropolitana di Palermo, organismo intermedio sempre più protagonista di percorsi importanti di sinergia fra istituzioni per lo sviluppo del nostro territorio”.
Una mossa, quella di Orlando, che è la logica conseguenza delle sue dichiarazioni a seguito del recente ripristino delle province da parte dell’Ars, ribattezzate “liberi consorzi”, con corredo immancabile di indennità per presidenti e consiglieri.
Come si ricorderà, dopo il via libera da parte dell’Ars, era arrivata puntuale la dichiarazione al vetriolo del Sindaco della Città Metropolitana di Palermo: “Col voto di ieri abbiamo avuto la conferma di come quella che si appresta finalmente a finire sia la peggiore legislatura della storia siciliana repubblicana. Una ulteriore conferma di quanto sia urgente e necessaria la discontinuità non soltanto col Governo ma anche col modo di fare politica rappresentato da questa Assemblea Regionale. Mentre giorno dopo giorno si susseguono le emergenze sociali, economiche ed ambientali e mentre tutte le statistiche confermano come la Sicilia, senza una veloce inversione di rotta, è destinata al sottosviluppo per decenni, una accozzaglia politica variegata usa il Parlamento per l’ennesima marchetta pre-elettorale volta unicamente a creare poltrone ed aspettative di poltrone, indennità ed aspettative di indennità da usare come merce di scambio nella imminente campagna elettorale o come paracadute per coloro che non saranno riconfermati. Proprio quando finalmente si è arrivati ad un punto di certezza normativa e mentre in tutta Italia gli enti intermedi sono spariti da tre anni, in Sicilia ci apprestiamo a farli risorgere, ricreando quella situazione di incertezza che negli anni ha portato gravi danni, per citare i più clamorosi, al sistema dei servizi sociali, dell’istruzione e della viabilità. Non oso immaginare cosa avverrà nelle ultime settimane di questa triste legislatura, quando ancora una volta il nobile strumento dell’Autonomia, che fu pensata e voluta per creare sviluppo, sarà violentato per fini elettorali e per tentare di tutelare vergognosi privilegi”.
Molti addetti ai lavori hanno la sensazione che ci avviamo ad un lungo contenzioso giuridico dall’esito incerto ma se Crocetta si dimettesse permettendo ad Orlando di candidasi alla presidenza della Regione, potrebbe “riscattare” la riforma delle province che l’Assemblea regionale siciliana ha boicottato.