Elezioni regionali, “La Via” di Miccichè per conquistare Palazzo d’Orleans

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In alto, da sinistra Giovanni La Via, Saverio Romano, Angelino Alfano, Gianfranco Miccichè, Roberto Lagalla e Nello Musumeci

Nel centrodestra, sembra riproporsi lo stesso copione che ha caratterizzato la scelta del candidato a sindaco di Palermo. Infatti, Gianfranco Miccichè, dopo avere “sfogliato i petali della margherita“ per Fabrizio Ferrandelli con un alternarsi di “Sì” e “No” per poi dare il via libera definitivo alla candidatura del leader dei “Coraggiosi” a Palazzo delle Aquile, assistiamo, in questi giorni, allo stesso atteggiamento del commissario regionale dei forzisti che prima si era mostrato favorevole ad appoggiare Nello Musumeci per poi prendere le distanze e criticare il leader di Diventerà Bellissima “reo” di presunti diktat nei confronti del potenziale alleato Angelino Alfano (che continua a trattare con il centrosinistra). Nelle ultime ore si registra l’ennesima apertura di Miccichè nei confronti di Musumeci dettata presumibilmente anche dalla fronda interna di un gruppo di parlamentari regionali di Forza Italia (in uscita ci sarebbe Vincenzo Figuccia pronto ad abbracciare l’Udc di Lorenzo Cesa) che vuole sostenere la candidatura dell’ex presidente della commissione Antimafia regionale. Comunque, per il centrodestra potrebbe essere domani (martedì) la giornata cruciale per sciogliere il nodo delle elezioni regionali in Sicilia anche se secondo alcune indiscrezioni, Miccichè ad Arcore avrebbe l’asso nella manica da mettere sul tavolo che è la candidatura a Palazzo d’Orleans di Saverio Romano, ex ministro delle Politiche agricole dell’ultimo Governo Berlusconi. L’opzione Romano potrebbe inglobare anche gli alfaniani accreditati, nella migliore delle ipotesi, di un 8% anche se forse realisticamente la percentuale si aggirerebbe intorno al 6%. I detrattori di Alfano, i cui uomini occupano saldamente alcune poltrone del Governo Crocetta, sostengono che  qualunque schieramento dovesse scegliere, farebbe perdere voti di elettori sia nel centrodestra che nel centrosinistra. Quindi l’apporto di Alfano non potrebbe essere considerato una “plusvalenza” in termini elettorali ma avrebbe il merito di aprire un nuovo scenario politico in campo nazionale dove le forze centriste potrebbero avere, nei prossimi anni, un ruolo strategico per la guida del Paese.

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In sintesi, la Sicilia, si confermerebbe un laboratorio politico, in cui le formule sperimentate a livello regionale, poi vengono esportate a Roma. In quest’ottica potrebbe inserirsi un patto che comprende Forza Italia, centristi e Pd a sostegno di un candidato comune alla presidenza della Regione. Tra i nomi più accreditati che circolano, per attuare questo disegno politico, quelli del parlamentare europeo Giovanni La Via e di Roberto Lagalla, ex assessore regionale alla Sanità dell’ultimo governo Cuffaro. Quanto a Musumeci che nel 2012 prese il 5 per cento in più dei voti di lista e perse anche perché il suo antagonista era proprio Miccichè, potrebbe essere una forte candidatura se fosse l’unica del centrodestra, perché lo stesso La Galla con il suo progetto “Idea Sicilia”, maggiormente identificabile nell’area dei moderati, gli potrebbe sottrarre voti.

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