Leoluca Orlando proclamato Sindaco di Palermo. Ed ora, nella giunta, stop ai politici in nome del “civismo”

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Leoluca Orlando proclamato Sindaco di Palermo

Leoluca Orlando è stato proclamato Sindaco di Palermo. La cerimonia si è tenuta all’Ufficio centrale elettorale a Palazzo Jung. A proclamarlo è stato il Presidente dell’Ufficio elettorale, il giudice Gioacchino Scaduto. 

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“La proclamazione dei risultati elettorali e l’elezione a Sindaco di Palermo e Sindaco della Città metropolitana – ha dichiarato Orlando – sono per me un momento di grande emozione, ma anche l’occasione per confermare l’impegno ad andare avanti sulla strada di cambiamento della città di Palermo e dell’intera città metropolitana.  Un cambiamento che gli elettori hanno voluto incoraggiare e premiare ma anche ricordare quanto sia importante andare avanti su questa strada, in una realtà nella quale dobbiamo occuparci nei prossimi cinque anni di chi non ha – di chi non ha lavoro, di chi non ha casa, di chi non ha salute – e di chi produce – di chi produce cultura, produce lavoro,  produce sviluppo economico –  e ci occuperemo un po’ di meno di chi ha e non produce. Ci occuperemo del miglioramento della qualità della vita in una città che ormai ha conquistato una straordinaria attrattività internazionale, che è capace di accogliere i migranti come persone che hanno diritti umani  come ciascuno di noi, non come stranieri fonte di paura  e di razzismo. Ma, al tempo stesso, ci occuperemo di utilizzare al meglio la straordinaria leva economica dell’attrattività turistica che sta facendo di Palermo una città inimmaginabile appena qualche anno fa , punto di riferimento e meta di presenze di migliaia e migliaia di persone e, appena ieri, del Re e della Regina di Olanda , entusiasti ed ammirati per come Palermo sa accogliere i migranti e i turisti”.

Intanto, decadono così gli assessori in carica fino a ieri e iniziano le fibrillazioni per le nuove nomine che il primo cittadino di Palermo intende fare fuori dagli schemi di appartenenza politica. Su Facebook l’ex assessore alla Mobilità Giusto Catania, traccia un bilancio del suo operato. “Ho dato, col massimo dell’impegno e della passione, il mio contributo al cambio culturale e alla trasformazione della città; ho realizzato cose importanti, sperando che non vengano smantellate”! Catania non nasconde il suo grande rimpianto, ovvero la mancata dismissione del campo rom. “Lo avevo promesso alla mia amica Fatima e, anche per questa ragione, continuerò a provarci”.

Sulla stessa scia il post dell’ex assessore alla Scuola, Barbara Evola che sul suo profilo di Facebook scrive: “Negli ultimi cinque anni abbiamo creduto che la città potesse risorgere dalle macerie partendo da un cambiamento culturale profondo e radicale. Abbiamo ridisegnato i percorsi di questo cambiamento all’ interno di una visione comune di città che mette al centro il rispetto dei diritti di tutti e tutte. Un grazie sentito a alle compagne e ai compagni, alle amiche e agli amici, agli operatori e alle operatrici della scuola palermitana, a lavoratori e lavoratrici, a cittadine e cittadini, alle tante persone conosciute in questi anni, che hanno reso possibile l’avvio della trasformazione di Palermo in una città educativa e a misura di bambino. Grazie per l’esperienza vissuta e per avermi aiutato a tracciare una strada che verrà sicuramente percorsa con dedizione ed impegno anche dalla prossima amministrazione. Grazie a voi che mi avete sostenuto in questa competizione elettorale permettendomi di essere eletta in consiglio comunale per proseguire il cammino intrapreso. Ultimo ma non ultimo un ringraziamento ai militanti, i portavoce e i candidati di Sinistra Comune, un’esperienza politica importante che ha valorizzato quanto è stato fatto e indicato chiaramente quanto ancora resta da fare per eliminare le diseguaglianze che ancora affliggono la nostra città”.

Catania ed Evola sono i due assessori politici che, secondo alcune indiscrezioni, verranno sostituiti la prossima settimana con dei profili “tecnici”, ovvero espressioni del “civismo politico”. Del resto, il fatto che Orlando non nomini politici nella sua giunta è la logica conseguenza del “civismo politico” e della “vacatio” di liste politiche a sostegno della sua candidatura. Se i partiti hanno abdicato ai propri simboli per celarsi all’interno delle liste civiche, oggi hanno molte difficoltà a rivendicare un riconoscimento politico in giunta. Qualsiasi scelta farà Orlando avrà certamente qualche ripercussione in prospettiva del 5 novembre, quando gli elettori decideranno chi sarà il nuovo presidente della Regione siciliana.

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