Procreazione medicalmente assistita, 10 coppie trattate con l’omologa al Centro interaziendale della Sicilia occidentale
Il Centro Interaziendale di Procreazione Medicalmente Assistita per la Sicilia Occidentale (Azienda Ospedali Riuniti Villa Sofia-Cervello, Policlinico Universitario “Paolo Giaccone”, Asp-6 di Palermo), diretto dal professore Antonio Perino, ha avviato l’ambulatorio di accesso al servizio ad aprile 2016. Le coppie afferiscono all’ambulatorio che ha sede all’Ospedale Cervello attraverso una prenotazione al CUP con ricetta medica. Dal 6 aprile 2016 ad oggi 375 coppie hanno effettuato l’accesso all’ambulatorio (pazienti elencate in ordine di accesso e abbinate ad un codice alfa-numerico). A maggio 2017 si è dato avvio alle procedure di Procreazione medicalmente assistita, effettuando le prime 10 tecniche di II livello di Pma omologa (quella che prevede che il materiale biologico provenga dalla stessa coppia).
Per tutte le coppie infertili in cui si è riscontrata una problematica tale da necessitare di una procedura di Pma eterologa (con ovuli e spermatozoi provenienti da soggetti estranei alla coppia), è stata preposta una ulteriore lista (ad oggi 41 coppie) in attesa dell’attivazione del servizio che avverrà a breve.
Il laboratorio per i cicli di procreazione medicalmente assistita di II e III livello sorge dentro il complesso operatorio dell’Unità operativa di ostetricia e ginecologia dell’Ospedale Cervello, al secondo piano.
Il punto della situazione sulle attività svolte e sulle prospettive future è stato fatto oggi dai tre partner del Centro Interaziendale nel corso di un incontro che si è svolto presso l’aula conferenze della Palazzina monumentale di Villa Sofia, alla presenza dell’assessore regionale alla salute Baldo Gucciardi. “ Il servizio per la procreazione medicalmente assistita è ormai una realtà – ha spiegato il Direttore generale dell’Azienda Villa Sofia-Cervello, Gervasio Venuti – grazie a tre strutture ospedaliere pubbliche che hanno messo insieme le loro forze. Ma siamo soltanto all’inizio di un progetto ancora più ampio. L’attività sarà potenziata con un ulteriore laboratorio che sorgerà sempre al Cervello, all’interno dell’Unità operativa di Ginecologia, in un’area di 300 metri quadrati che sarà rifunzionalizzata, mentre a Villa Sofia stiamo allestendo un secondo ambulatorio oltre a quello del Cervello e oltre agli altri due presenti al Policlinico e all’Ospedale Ingrassia.
E’ inoltre attiva la Crioconservazione di gameti, embrioni e tessuti ovarici, grazie alla BioBanca, la prima istituita in Sicilia, attiva dallo scorso gennaio, il che ci consente di assicurare un servizio di alto valore etico e sociale. Con l’attivazione del Centro siamo fra l’altro arrivati ancor prima dell’entrata in vigore dei Lea”.
“E’ una storia che viene da lontano – ha sottolineato l’assessore Gucciardi – ed è una bella storia realizzata da un pool di professionisti di altissimo livello, che lavorano spesso lontano dalla ribalta, per rendere migliore questa terra, anche in onore di chi ha sacrificato la sua vita per cambiare il profilo morale della Sicilia. La scommessa vinta nel pubblico rafforza le istituzioni sanitarie siciliane, anche quelle private”. Il Professore Perino ha ricordato che “è un progetto che nasce cinque anni fa, quando per la Pma c’erano due centri pubblici come il Policlinico e l’Ingrassia che erano in difficoltà e ci si rese conto che solo dall’unione delle forze, superando gli individualismi, si poteva realizzare una realtà in grado di esprimersi al meglio”. Anche il Commissario straordinario del Policlinico “Paolo Giaccone”, Fabrizio De Nicola, e il Presidente della Scuola di Medicina e Chirurgia dell’Università di Palermo, Francesco Vitale, hanno sottolineato il valore del servizio, auspicando a breve l’apertura alla fase del tirocinio universitario.
Oltre all’avvio dei cicli, un altro aspetto importante è il servizio della Preservazione della Fertilità inserito nel contesto dello stesso Centro Interaziendale, grazie anche all’apertura, lo scorso gennaio, della Biobanca “Anna Maria Ferrara Cutino” dell’Unità operativa di Ematologia per le Malattie Rare del Sangue e degli Organi Ematopoietici. Un servizio che nasce dall’esigenza emergente di garantire una possibilità riproduttiva a tutti i pazienti, uomini e donne, a rischio di grave compromissione gonadica (a causa di patologia o di terapia gonadotossica), primi fra tutti i pazienti oncologici.
Presso il Centro Interaziendale è stato dunque creato il programma “Fertility Care” ossia un servizio dedicato alla preservazione della fertilità, già attivo, e che sarà implementato nel prossimo mese di giugno 2017 con il congelamento del tessuto ovarico, qualora necessario. A tal fine, infatti, si avvia alle fasi conclusive il progetto di ricerca nato dalla collaborazione tra i medici e biologi del servizio PMA e della Biobanca, volto alla messa a punto della complessa tecnica del congelamento tissutale e che ha già dato soddisfacenti risultati preliminari. Per il sesso femminile, infatti, accanto alle tecniche tradizionali quali la trasposizione chirurgica delle gonadi femminili al di fuori della pelvi e la crioconservazione ovocitaria, si aggiunge oggi la crioconservazione del tessuto ovarico, tecnica di alta specializzazione e ancora sperimentale a livello mondiale. Tale tecnica presenta vari vantaggi. Si può effettuare in pazienti in età pre-pubere, non necessita di una stimolazione ormonale, può essere effettuata in qualsiasi fase del ciclo mestruale.
Ogni giorno in Italia vengono diagnosticati almeno 30 nuovi casi di tumore in pazienti di età inferiore ai 40 anni, pari al 3% della casistica generale (364.000 nuovi casi nel 2012): su un totale di 254.979 nuovi iscritti nei Registri Tumori nel 2010, i pazienti al di sotto dei 40 anni sono 7.828, con netta prevalenza per il sesso femminile. Grazie alle più ampie prospettive di guarigione completa, cresce continuamente la popolazione dei “cancer survivors” che spesso si ritrova con una compromissione irreversibile della fertilità a causa della tossicità dei trattamenti antitumorali.
Ma vi sono anche numerose altre condizioni che possono rendere necessaria la preservazione della fertilità, quali disordini endocrini o genetici, trapianto di midollo osseo, patologie autoimmuni che necessitano di terapie gonodotossiche, malattie benigne dell’ovaio che possono determinare nel tempo la graduale distruzione del tessuto ovarico (endometriosi severa).
La possibilità di preservare la propria fertilità dovrebbe essere offerta a tutti i pazienti oncologici e non in età riproduttiva a cui venga diagnosticata una patologia curabile ma con trattamenti potenzialmente gonadotossici. Tale aspetto andrebbe affrontato il prima possibile, subito dopo la diagnosi, la stadiazione in caso di malattia oncologica, e la definizione del piano terapeutico.
Per l’uomo, la criopreservazione del seme rappresenta una strategia efficace di preservazione della fertilità.