Sclerosi multipla e sessualità, istituito un ambulatorio di assistenza e terapia a Villa Sofia

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Dr. Salvatore Cottone

Istituito a Villa Sofia-Cervello un ambulatorio di sessuologia per i pazienti affetti da sclerosi multipla. Il nuovo servizio è operativo presso il Centro di Neuroimmunologia dell’Unità operativa di Neurologia di Villa Sofia diretta dal dr. Salvatore Cottone. L’ambulatorio, che ha come responsabile la dr.ssa Francesca Sorce, psicologica esperta in sessuologia, fa seguito al servizio multidisciplinare integrato finalizzato a migliorare l’assistenza delle donne affette da questa malattia, già avviato nei mesi scorsi.  L’iniziativa parte dalla considerazione che la sclerosi multipla è una patologia multiforme che può avere un impatto diretto sulle funzioni sessuali e l’essere affetti da sclerosi multipla non necessariamente deve comportare l’accettazione di una vita sessuale poco soddisfacente, poiché la maggior parte dei problemi sessuali legati alla malattia possono essere affrontati e risolti. Si stima che sino al 60% dei pazienti possano accusare disturbi riferibili alla sfera sessuale. “Il servizio – sottolinea il dr. Cottone – nasce dalla consapevolezza che chi si occupa in maniera globale dei pazienti affetti da patologie croniche come la sclerosi multipla, che colpisce fasce di età giovanili (esordio tra i 20 e i 40 anni)  deve far fronte anche a sintomi cosiddetti “invisibili” come le turbe della sfera sessuale, che hanno un forte impatto sullo stato di benessere psicologico e affettivo dei pazienti. Tale approccio mira a migliorare l’implementazione della consulenza sessuologica in ambito riabilitativo e a mettere in atto protocolli terapeutici che integrino sempre di più la terapia psicosessuologica in un’ottica olistica e integrata del benessere della persona”.

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I disturbi e l’assistenza

L’assistenza fornita dall’ambulatorio riguarda la promozione di una corretta informazione sui sintomi sessuali legati alla sclerosi multipla, la diagnosi e la terapia dei disturbi della sfera sessuale, la promozione del benessere psicologico e affettivo dei pazienti.

I disturbi sono classificati in tre categorie.  I disturbi sessuali primari che comprendono tutte le alterazioni neurologiche associate alla malattia che interessano la libido, la reazioni agli stimoli sessuali e l’orgasmo. Sono conseguenza di un danno a carico delle fibre nervose del sistema nervoso a livello del cervello e del midollo spinale. I disturbi sessuali secondari, legati alla disabilità fisica nella sclerosi multipla, i problemi intestinali e vescicali, la fatica, la difficoltà a sopportare l’esercizio fisico, la perdita di tono muscolare, la rigidità muscolare, la debolezza, gli spasmi, la scarsa coordinazione, le difficoltà motorie, il dolore, i disturbi dell’attenzione e della concentrazione, gli effetti collaterali dei farmaci. Ed infine i  disturbi sessuali terziari, causati dagli aspetti psicologici, emotivi, sociali e culturali provocati dall’avere una malattia debilitante cronica. I più diffusi sono una proiezione negativa della propria immagine corporea, le alterazioni dell’umore, la paura del rifiuto, le difficoltà di comunicazione, il senso di inadeguatezza, le ferite all’autostima, la tendenza all’isolamento, la depressione. Le soluzioni prospettate possono essere diverse, dalla integrazione ormonale locale o sistemica per il disturbo del desiderio, ai consulti urologici e ginecologici, dalla cura delle basi biologiche dei sintomi sessuali alla terapia sessuologica specifica, per affrontare problemi sessuali preesistenti, concomitanti o conseguenti al danno neuromotorio e/o neurovegetativo.

“In una società per certi versi ancora sessuofobica – aggiunge il dr. Cottone –  e in cui la sessualità delle persone portatrici di disabilità viene automaticamente negata o volontariamente tenuta lontana dalle riflessioni sulla salute globale della persona, è strettamente necessario che siano le istituzioni sanitarie a richiamare l’attenzione sui disagi della sfera sessuale che i pazienti affetti da malattia cronica si trovano a dover affrontare, e  che il tema della sessualità sia agevolmente introdotto da parte dei professionisti della salute, con un approccio sensibile ma attivo”.

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