Scontro su Cuffaro, botta e risposta al vetriolo Orlando-Ferrandelli. Il leader dei Coraggiosi: “Stanco dell’antimafia di facciata”
Botta e risposta al vetriolo tra Leoluca Orlando e Fabrizio Ferrandelli che infiamma una campagna elettorale fino a ieri dai toni bassi. Ferrandelli che ha l’appoggio ufficiale dell’ex presidente della Regione siciliana Totò Cuffaro, ha risposto con un video diffuso attraverso la sua pagina di Facebook, a Leoluca Orlando che lo accusava di avere alle spalle interessi mafiosi. La figura di Cuffaro, prima un po’ defilata oggi sempre più presente nelle dinamiche politiche palermitane con un occhio rivolto alle regionali, non poteva passare inosservata e suscitare delle reazioni.
“Leggo sui giornali di oggi – ha detto Ferrandelli – le parole del mio avversario politico e rimango sconcertato ma non sorpreso, perché riconosco la sua solita retorica e il suo stile. I palermitani però sono stanchi di questa antimafia di facciata e della tendenza a squalificare l’avversario buttando fango e ombre. Io non ho scheletri nell’armadio – aggiunge Ferrandelli – e, rispetto a chi ha 30 anni di amministrazione alle spalle, si può dire che non ho neanche un armadio”.
Ferrandelli nel video rilancia le accuse al suo avversario: “Non ho voglia di mettere le mani nell’immondizia, e non è una metafora, raccontando il peggio della tua amministrazione – ha proseguito il leader dei Coraggiosi –. Io parlo di programmi e progetti per Palermo, scritti insieme ai cittadini. Io sono un uomo libero e tu lo sai meglio di qualsiasi altro perché non ti è mai stato possibile gestirmi, nonostante tu ci abbia provato. Mi sono dimesso due anni fa dall’Assemblea regionale siciliana in contrasto con quell’antimafia parolaia che adesso sta insieme a te. Voi fate lo stesso mestiere: cercare di mistificare la realtà pur di restare insieme nella gestione del potere. Soltanto che questa volta davanti avete una persona trasparente e una popolazione vaccinata, anche grazie alle inchieste che hanno fatto emergere fenomeni come quello dei beni confiscati dalla Saguto, rispetto alle carriere di politici che si presentano come i paladini dell’antimafia senza però dare risposte concrete ai problemi”.
Ferrandelli incalza Orlando con una serie di interrogativi: “Dov’eri quando io denunciavo tre anni fa le collusioni all’interno dall’aeroporto Falcone-Borsellino, quando convocavo continue commissioni trasporti e antimafia per fare chiarezza? Non eri forse impegnato a rinnovare con un anno di anticipo il contratto allo stesso dirigente che, oggi, è affidato alle patrie galere (Carmelo Scelta è ai domiciliari, ndr)?”
E sul suo rapporto con Cuffaro precisa: “Quando mi sono dimesso da deputato regionale, il 19 luglio del 2015, Cuffaro scontava la propria pena a Rebibbia: ero condizionabile anche allora? Oppure ero sempre il solito uomo di adesso? La politica è evoluzione e io ho scritto un programma con i palermitani con l’intenzione di essere il candidato sindaco di tutti quelli che si riconosceranno nel mio progetto” ha precisato Ferrandelli.
“Non nascondo chi vuole stare con me come stai facendo tu – ha concluso Ferrandelli – all’interno di liste senza appartenenza. Io dico in maniera chiara chi è con me. E soprattutto non metto insieme gli uomini. Metto insieme le identità politiche, perché io non ho la doppia morale per decidere chi è buono e chi è cattivo. Ci sono delle forze politiche e la democrazia deciderà a chi dare ragione. Abbiamo deciso di occuparci di una città che tu hai abbandonato, che non ha più solidarietà, in cui la povertà cresce, in cui le imprese chiudono le saracinesche, una città senza ascolto. Noi non ci faremo trascinare in questioni che spostano l’attenzione della campagna elettorale. Perché non ci confrontiamo? Perché non parliamo di temi? Io sono qua, non ho suggeritori occulti: sono il Fabrizio Ferrandelli che tu hai conosciuto e che la città conosce e che vuole occuparsi in prima persona e insieme a tanti altri del futuro di Palermo”, conclude il candidato a sindaco.
Sulla vicenda non si registrano dichiarazioni di Cuffaro ma è arrivato puntuale l’intervento su Facebook di Saverio Romano, leader del Pid Cantiere popolare: “Leoluca Orlando cerca la rissa per evitare il dibattito sulle condizioni della città e crede di poter usare ancora il vecchio arnese della diffamazione e della calunnia. Qualcuno lo informi che l’ufficio patenti della legalità ha i posti in organico al completo e non reintegra personale per ridotta attività. Lo so, sarà inutile, continuerà col pennacchio in testa ed il lecca lecca in bocca a recitare tutte le parti in commedia senza vergogna. Del resto se ha avuto la faccia tosta di diffamare Falcone, perché non dovrebbe nei confronti di un avversario politico?”.