“Alternativa popolare”, la nuova Dc targata Alfano
“Alternativa popolare” irrompe sulla scena politica cercando di sparigliare le carte in vista delle prossime scadenze elettorali. Il nuovo soggetto politico creato da Angelino Alfano vuole essere interprete del “popolarismo europeo” incarnando l’idea di un polo centrista composto da post-democristiani da qui il richiamo nel simbolo e nel nome al Partito popolare europeo (un cuore giallo stilizzato su fondo blu). In sintesi, un quarto polo alternativo alla sinistra e alla destra “lepenista e sovranista” alleata di Forza Italia ma soprattutto agli antipodi grillini. Questo è il progetto portato avanti da Alfano che, dopo tre anni e mezzo, ha archiviato l’esperienza politica del Nuovo Centrodestra, fedele alleato con la sinistra di governo alla Regione come a Roma.
Un polo centrista dal “cuore” post-democristiano che strizza l’occhio a Pier Ferdinando Casini dei Centristi per l’Europa che in Sicilia sono rappresentati ai vertici da Gianpiero D’Alia, al presidente di Scelta Civica Ala Saverio Romano che ha incontrato recentemente Artur Mas, ex presidente della Catalogna e leader centrista (rilanciando la tradizione popolare e liberale contro i populismi e l’antipolitica imperante in Europa), all’Udc di Lorenzo Cesa sempre più vicino alle posizioni di Silvio Berlusconi, ai Moderati di Giacomo Portas, a Stefano Parisi e a Flavio Tosi mentre appare più lontano da raggiungere Raffaele Fitto molto vicino a Matteo Salvini.
“Corsi e ricorsi storici” di vichiana memoria. Infatti, Alfano propone Alternativa popolare come l’elemento indispensabile e centrale di qualsiasi coalizione governativa, una strategia che ha caratterizzato la Dc (dorotea) negli anni della Prima Repubblica anche se oggi le dinamiche politiche sono radicalmente cambiate poiché l’area centrista un tempo occupata dalla Dc è ora penalizzata da una grande parcellizzazione di forze in concorrenza tra di loro in cui nessuna sembra avere i numeri che vantava la Democrazia cristiana.
Secondo alcune indiscrezioni, l’intento di Alfano anche se non lo dice apertamente, è quello di creare una nuova democrazia cristiana che da decenni è il sogno proibito di tutti i centristi d’Italia. Un’operazione, quella di ricompattare il centro, tutt’altro che semplice. In primo luogo, bisogna capire cosa farà Casini che si è ormai separato dall’Udc di Cesa, visto che il suo obiettivo era più verso una fusione con il Pd qualora questo si fosse trasformato in qualcosa di diverso (oggi ipotesi più concreta dopo la recente scissione).
Alfano sembra scartare l’idea di tornare con Berlusconi qualora si staccasse dal duo sovranista Salvini-Meloni, anche perché il Cavaliere sta lavorando al “tridente” Forza Italia-Lega-Fratelli d’Italia, confortato anche dai sondaggi che accreditano le tre componenti oltre il 30%.
Alternativa Popolare, nata dalle ceneri di Ncd, a detta di Alfano, intende correre da sola alle prossime elezioni politiche senza allearsi con altre forze poiché la strategia dell’attuale ministro degli Esteri è quella di fare l’ago della bilancia per i futuri governi. Intanto, c’è già chi parla sottovoce di primarie della federazione dell’area liberal-popolare.
In vista delle prossime tornate elettorali per il rinnovo del sindaco e del consiglio comunale di Palermo, il nuovo soggetto politico di Alfano si presenta diviso con la componente che fa riferimento a Dore Misuraca schierata con Leoluca Orlando e quella vicina al coordinatore regionale Francesco Cascio che guarda a Fabrizio Ferrandelli mentre alla presidenza della Regione, secondo alcune indiscrezioni, pare che i vertici di Ap stiano lavorando per proporre un candidato dai connotati marcatamente “democristiani”, ovvero capace di aggregare i moderati che oggi si trovano in altri “lidi”.