Esiste una Palermo sotterranea fatta di catacombe e cripte da scoprire. In questo percorso “underground” partiamo dalle meno note catacombe paleocristiane di Porta D’Ossuna. Alle catacombe, scoperte nel 1739 durante i lavori di costruzione del Convento delle Cappuccinelle, si accede oggi da Corso Alberto Amodeo. Il sito d’epoca romana non era un luogo di culto ma un luogo pubblico, dove i parenti pregavano e ricordavano i defunti. Quindi dei veri e propri cimiteri. Oggi di questa catacomba resta intatta e visitabile solo una piccola parte dell’intero sistema.
Ma la storia delle nostre catacombe si fa interessante nei secoli successivi poiché si intreccia con il mistero dei Beati Paoli, l’antica setta segreta che ispirò il romanzo di Luigi Natoli. Ricordiamo, infatti, che gli incappucciati membri della setta si spostavano da una parte all’altra del centro storico utilizzando appunto i cunicoli del vecchio sistema delle catacombe. Ad oggi, le vie sotterranee usate dai Beati Paoli non sono più accessibili, per cui ci resta solo di poter immaginare questi uomini aggirasi in città tra mistero e leggenda.
Ma a proposito di catacombe, a Palermo le più famose sono quelle dei Cappuccini, un luogo unico al mondo. Erroneamente chiamate catacombe resta ancora questa denominazione. In realtà, si tratta della cripta della chiesa dei Cappuccini usata ben presto come cimitero per ricchi, borghesi e clerici. La particolarità di questo luogo sono le 8000 mummie esposte. Nel XVII sec. i primi corpi dei frati cappuccini inumati dentro la cripta vennero ritrovati mummificati, in modo naturale. Ancora oggi, il cimitero o catacombe dei cappuccini conserva le 8000 mummie intatte. Qui è conservata la più bella mummia al mondo: la piccola Rosalia Lombardo. La mummia più giovane al mondo. Infatti, la bimba morta a soli 2 anni, nel 1920, venne mummificata dal famoso dottor Salafia ed ancora oggi è intatta. Sembra quasi che dorma ed è talmente bella da esser stata soprannominata “la bella addormenta”.
Ma quella dei cappuccini non è l’unica cripta della città . Infatti, di cripte a Palermo ne esistono tante e tutte collegate alle varie confraternite. Tra le più suggestive e visitabili ecco la cripta dei cocchieri in via Alloro, dove ancora oggi sono visibili gli scheletri e i colatoi, dove mettevano i corpi a colare per asciugarli prima dell’inumazione.
E ancora la cripta di sant’Orsola, nella chiesa di sant’Orsola in via Maqueda. Qui i membri della confraternita dell’Orazione della morte o dei Negri, istituita nel 1564, seppellivano le salme dei defunti del quartiere dell’Albergheria. La cripta si ricorda per le decorazioni fatte da Giacomo Serpotta, per l’occasione. Lo scultore aggiunse ai motivi naturalistici, putti, ghirlande e festoni delle rappresentazioni di macabri scheletri e ossa.
Tornando alle cripte visitabile a Palermo ecco la cripta delle Repentite dove venivano seppelliti i corpi delle ex prostitute divenute monache. Ed infine, quella della chiesa di San Matteo, in corso Vittorio Emanuele. Qui però i loculi ben conservati sono vuoti poiché per le leggi napoleoniche i cimiteri vennero spostati fuori la città. La cripta venne svuotata ed i corpi portati negli ossai. Peccato che tra questi vi era quello dell’illustre scultore Giacomo Serpotta, membro della confraternita dei miseremini. E così la sua tomba è andata perduta.
Quello del tema della morte è affrontato dai palermitani in modo molto particolare. Ecco che da secoli si usa regalare ai bimbi il famoso “Cannistro” pieno di dolci, biscotti, pupacena, frutta di martorana e giocattoli. Secondo la tradizione sono doni lasciati di notte ai bimbi dai parenti defunti. Un modo unico e familiare per avvicinare i bimbi alla morte .
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