Diciassette progetti di riqualificazione, restauro e manutenzione in altrettanti edifici ed aree del centro storico per una spesa complessiva di 90 milioni di euro. E’ quanto prevede il “Contratto Istituzionale di Sviluppo” per il Centro storico di Palermo sottoscritto oggi in videoconferenza dal sindaco Leoluca Orlando con la sottosegretaria ai Beni culturali ed attività culturali Anna Laura Orrico, insieme all’assessore regionale dei Beni culturali Alberto Samonà, il dirigente generale del Dipartimento dei Beni Culturali, Sergio Alessandro e del Rettore dell’Università di Palermo Fabrizio Micari anch’essi titolari di alcuni interventi, e alla presenza dei rappresentanti della Presidenza del Consiglio, del Ministero per il Sud, del Ministero dello Sviluppo Economico, dell’Agenzia per la Coesione, del Prefetto Giuseppe Forlani e dell’Assesore Maria Prestigiacomo i cui uffici hanno coordinato l’attività di tutti gli enti coinvolti a livello territoriale.
La firma del Contratto dà materiale avvio al programma di interventi, la cui attuazione, che è affidata ad Invitalia presente oggi all’incontro, dovrà avvenire in tempi brevissimi, dovendo arrivare alla conclusione dei lavori entro il 2025. Gli interventi saranno focalizzati su aree ed edifici pubblici, escludendo possibilità di esproprio di beni privati. L’obiettivo complessivo è quello di rafforzare la presenza culturale, socioassistenziale, ricettiva e turistica, mediante il recupero e la valorizzazione del patrimonio edilizio esistente.
Il piano prevede la divisione degli interventi in quattro aree, che non corrispondono con quelle dei mandamenti storici: Kalsa, Ballarò, Piede Fenicio e Teatro Massimo. Un gruppo di progetti sarà poi finalizzato ad interventi “dematerializzati” per il potenziamento e per la fruibilità del sistema museale cittadino.
“Il Centro storico – ha affermato il sindaco Leoluca Orlando – negli anni ’60 e ’70 del secolo scorso divenuto il più “periferico” e marginale dei quartieri di Palermo è stato simbolo di degrado, conseguenza della speculazione e di scellerate scelte urbanistiche che ne avevano determinato lo spopolamento. Oggi è simbolo di una possibilità di sviluppo e rinascita civile, sociale ed economica che ha al centro la tutela e la valorizzazione del proprio patrimonio storico, artistico e culturale. Questo programma ricalca l’impostazione che questa Amministrazione ha dato al proprio intervento, già a partire dagli anni ’90: il recupero funzionale del patrimonio edilizio esistente e la riqualificazione degli spazi, con le CulturE in ogni loro sfaccettatura al centro delle politiche di sviluppo. Oggi questo intervento conferma i risultati che si possono raggiungere quando vi è dialogo e collaborazione fra le Istituzioni tanto a livello locale, con la Regione e l’Università, quanto a livello nazionale”.
Il dettaglio degli interventi, prevede, nel primo “distretto” progetti per complessivi 29 milioni di euro. Fra questi spiccano un corposo intervento a piazza Magione, con il restauro del Convento della Sapienza e diversi interventi di rifacimento delle pavimentazioni in vie e piazze del quartiere, nell’ottica della loro futura pedonalizzazione e fruizione pubblica. Sono poi previsti, anche con l’intervento della Sovrintendenza regionale, interventi di restauro del Convento delle Carmelitane Scalze, dello Spasimo e del Convento della Gancia.
Nell’area di Ballarò, dove sono previsti complessivamente progetti per poco meno di 14 milioni, gli interventi si focalizzeranno soprattutto sul restauro di Palazzo Marchesi e del Palazzo Fiumetorto Giallongo. Anche qui una serie di interventi sulle pavimentazioni e sui servizi a rete sarà poi finalizzato alle pedonalizzazioni e alla fruizione pubblica. L’area del cosiddetto “Piede Fenicio”, inclusa fra i corsi del Kemonia e del Papireto vedrà l’impegno di 19 milioni, in gran parte lungo e attorno al Cassarò.
Particolarmente suggestivo il progetto che riguarda il complesso di Palazzo Gulì e del Museo Riso (quest’ultimo a cura della Regione Siciliana) che permetterà di realizzare un collegamento ciclopedonale fra Piazza Bologni e Piazza del Gran Cancelliere. Tre progetti saranno poi finalizzati alla valorizzazione del percorso Unesco Arabo-Normanno dall’area retrostante la Cattedrale, lungo tutto il Cassaro.
Ultima area oggetto dell’intervento sarà quella prossima al Teatro Massimo: poco meno di 22 milioni concentrati in 5 interventi, fra cui il più corposo (12,5 milioni) è quello che prevede il restauro dell’ex Collegio di San Rocco, oggi sede di facoltà universitarie, che sarà riconvertito, per le parti non utilizzate dall’Università, con finalità espositive e museali. Sempre in quest’area, sarà recuperato l’ex Convento di San Basilio, destinato a diventare la “Casa delle culture” della città.
Tra i cinque progetti approvati, il più importante è quello relativo all’ampliamento e alla riqualificazione del Museo Riso, per un ammontare di circa 6,5 milioni di euro. Un intervento che è innanzitutto un grande progetto di rigenerazione urbana, poiché realizza un raccordo permanente fra gli spazi museali e il centro storico cittadino, l’antico Cassaro che si apre su piazza Bologni, i cortili interni di Palazzo Belmonte Riso e la piazza Gran Cancelliere che si trova alle spalle del museo. L’arte contemporanea e la città dialogheranno mediante l’integrazione tra gli spazi aperti del Museo Riso e quelli del tessuto storico urbano, riottenendo una relazione visuale e fisica fra i luoghi.
Gli altri interventi proposti dalla Regione sono il “Sostegno alle imprese di servizi culturali e all’industria creativa”, con particolare riguardo all’imprenditoria giovanile (2,5 milioni di euro), “Museo City” sistema museale integrato del centro storico di Palermo a partire dal Centro regionale per il Catalogo, dal Museo archeologico regionale Salinas e dalla Galleria di Palazzo Abatellis (522 mila euro), “Gioca Museo” percorsi didattici realizzati per il potenziamento dell’offerta dedicata ai ragazzi attraverso animazioni da realtà aumentata (quasi 500 mila euro) e il progetto “Sicilia/Grecia/Magna Grecia” che prevede una grande mostra itinerante curata dal Museo Salinas (quasi un milione di euro).
“È un risultato molto soddisfacente – sottolinea l’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà – che ci consentirà di potenziare e rendere più moderna e attrattiva l’offerta museale della Città di Palermo, creando anche quella rete di servizi, oggi assente, capace di dare una lettura unitaria del tessuto culturale di tutto il territorio della città. Con l’investimento ottenuto per il Museo Riso – aggiunge l’Assessore Samonà – si realizza in concreto il progetto di rafforzamento di un polo museale dell’arte moderna e contemporanea, nella consapevolezza che occorra potenziare l’offerta culturale della Sicilia, recuperando spazi e relazioni nell’ambito dell’arte contemporanea. Lo sviluppo di una grande progettualità culturale nell’ambito dei contesti urbani è fra le priorità dell’azione del Governo Musumeci, a partire dai centri storici delle grandi città, ma con un’attenzione anche ai piccoli borghi e a quelle aree che, più di altre, nei decenni hanno subito un pericoloso degrado”.