Oggi i bambini non giocano più per strada, le automobili hanno tolto loro questo spazio. Neanche dai cuginetti perché vivono in un’altra città. Allora sono stati pensati dei luoghi adatti come palestre, piscine, corsi di chitarra, corsi d’inglese, capoeira, e tanto altro sempre e quasi esclusivamente a pagamento. La genitorialità nei rapporti ludico – creativi è stata (per forza maggiore) delegata a persone altre, fuori da legami affettivi strutturati che relegano queste esperienze semplicemente nella prospettiva di performance e non di crescita neuro-cognitiva. Illustri pedagogisti hanno evidenziato quanto l’esperienza ludica contribuisca se non sia addirittura la sfera preferenziale per un’equilibrata crescita nell’esplorazione di ambienti emotivo-affettivi, nello scambio di ruoli, per l’interpretazione della realtà.
Di contro le famiglie risultano sempre più impegnate e sempre meno numerose, basti pensare ai genitori single che non hanno alcun supporto familiare se non, anche questo a pagamento, con l’assumere una baby sitter anch’ella sconosciuta, alla quale affidarsi con non poco patema d’animo.
Il tempo scorre sempre più veloce, però per fortuna basta un click per ordinare da mangiare, per guardare un film, per incontrare gli amici, per fare un video e mostrarlo a tutto il mondo, per avere seguaci, followers, insomma chi ci guarda e chi dobbiamo guardare. Tutto sui Social, le nuove piazze virtuali, i nuovi parco giochi per i bambini, i nuovi muretti dove gli adolescenti possono sedersi. Solo che non c’è nessuna autorità a vigilare sui piccoli visitatori di queste piazze virtuali come Tik – tok piuttosto che Istagram o Facebook (ormai per i più attempati).
La tecnologia ha fornito scorciatoie in tutti i sensi, per raggiungere luoghi, persone, ma anche per diventare grandi senza aver giocato a far finta di essere grandi con la supervisione dell’adulto di riferimento, la guida, il tutore, il garante della tua infanzia.
Anche a scuola, il secondo luogo dopo la famiglia più frequentato dalle persone dai 0 ai 18 anni, vengono implementate risorse economiche per migliorare l’offerta formativa e i percorsi d’insegnamento-apprendimento per l’acquisto di supporti tecnologici come pc, tablet, lim, software logico-matematici, per Bes, Dsa, e chi più ne ha più ne metta. Occorre parlare la stessa lingua dei ragazzi che incontriamo, dobbiamo essere pronti all’emergenza Covid 19 e praticare la Dad, Lead, Did, insomma prediligere comunque la digitalizzazione, essere on line, hashtag sempre collegato.
Il mondo del far finta adesso non è più un gioco dei piccoli, dei bambini che si immaginavano fate e stregoni, supereroi, fantasmi, mamma e papà, guerrieri, astronauti, pompieri, scienziate, cantanti, attrici. Adesso si fa finta sul serio! Pur di essere guardata faccio finta di avere 18 anni ma ne ho dodici, faccio finta di essere un’adolescente in crisi ma sono un uomo di 60 anni in cerca di prede.
Anzi adesso ti insegno un gioco, quello di stringerti una cintura intorno al collo per vedere quanto resisti…se ci riesci avrai mille followers che ti guarderanno. Wow voglio essere guardato, visto, commentato più di ogni altra cosa al mondo.
Sono pronta, mi chiamo Maria… aspetta che chiedo a mio padre una cintura. La nuova emergenza non è solo il covid ma l’invisibilità dei nostri bambini e delle nostre bambine, dei nostri ragazzi e delle nostre ragazze che ci stanno urlando (e non sanno più come farlo): Guardami!
Un’infanzia negata alla mercé di un’adultizzazione subdola e silenziosa che chiede solo di essere vista. Ma oltre a essere visto dovrei essere accolto, accudito, ascoltato, istruito sul bene e sul male, su ciò che giusto e ciò che non lo è, di essere protetto, di avere la possibilità di sbagliare senza uccidere nessuno e senza essere ucciso. Oltre essere visto devo imparare a guardare e vedere… la vita!
Addio Maria.
#vogliolinfanziadiuna volta
Quella dove ci si sporca con la terra e si fanno le casette sugli alberi il profumo della domenica in casa con i nonni e gli zii
Triste realtà spesso presi da tanti impegni diamo per scontato che il grido “ATTENZIONE” dei nostri figli (che possano un giorno perdonarmi se ho avuto qualche mancanza nei loro confronti)
Essere genitori è da sempre il lavoro più difficile del mondo e sicuramente non siamo aiutati da questo periodo storico. Purtroppo siamo genitori sempre più stressati… E diamo poca importanza al tempo che dedichiamo ai nostri figli! Dovremmo ascoltarli e ascoltarci di più…
Che dire…quando tutto è stato scritto in questa lettera!davvero complimenti meno tablet e telefono o computer…e piu manualità…ormai si ricicla tutto e dal materiale di riciclo si possono fare tantissime cose…complimenti per le bellissime pare
Vorrei Iniziare col dire che i tempi sono cambiati e con questo anche le generazioni, con gli eventi accaduti si dubita anche a mantenere un legame di fiducia verso i nostri figli, mentre loro sono sempre più riservati e incoscienti, le generazioni sono ormai modernizzate alla tecnologia e ai social odierni, cosa che ormai a noi genitori vieni difficile, come viene difficile seguire la loro sicurezza in nostra assenza. Tutti i genitori pensano che il proprio figlio sia responsabile ma purtroppo non è così… finisco col dire che tutti dovremmo avere un occhio di riguardo verso la sicurezza dei social verso i nostri figli
Non smettiamo mai di ascoltare e osservare il loro mondo che un tempo è stato il nostro anche se vissuto in maniera diversa.
Condivido le sue parole e sono molto preoccupata per le nuove generazioni. Da insegnante e genitore ritengo che bisogna puntare sull’ educazione a 360 gradi, che possa coinvolgere tutti i sistemi educativi,dalla scuola alla famiglia regolarizzando anche e soprattutto l’ uso dei social per i più piccoli che devono assolutamente essere tutelati.
È sempre un immenso piacere leggere i suoi articoli perché riescono ad appassionare il lettore e portarlo ad una riflessione profonda
Grazie per questa riflessione, me colpisce… Sono mamma di quattro figli e Gianni il mio primogenito ha 10 anni…. Dobbiamo ritornare all’essenziale 😭una società più umana!
Quanta verità trasuda dalle sue parole. Parole che tutti noi dovremmo avere sempre a mente. E invece no…siamo sempre troppo impegnati a pensare a tutto tranne a ciò che conta veramente.
Grazie.