Mi piacerebbe sfogliare un libro di storia e leggerci quei nomi di donne che l’hanno cambiata, evoluta anche se pur subita con violenza, repressione sempre col coraggio che contraddistingue una madre, non solo dei suoi figli ma madre di un intero paese e del suo destino da troppo tempo distorto, corrotto, ignorante.
Un nome come quello di Nina Bahinskaya, settantatreenne a guida di 100 donne (solo all’inizio della sua manifestazione) che a Minsk, città Bielorussa, marciano per chiedere le dimissioni di Alexander Lukashenko (questo nome ci sarà sicuramente sui libri) protagonista della farsa elettorale smascherata proprio dalla candidata antagonista Tikhanavskaya, che però è dovuta fuggire in Lituania per poi essere repressa dal regime.
Nina non si arrende, ogni giorno scende in una qualsiasi strada, magari quella meno battuta dalla polizia, manifesta semplicemente vestendo di bianco con una bandiera in spalla che sventola come stendardo di libertà di espressione, di desiderio di cambiamento, di assoluta esigenza di verità.
Nina è riuscita a svegliare la coscienza civile e sociale di più di seimila persone, arrestate e picchiate barbaramente da una polizia armata di tutto punto per l’antisommossa.
Ancora Nina non si ferma e insieme a lei in Piazza della Repubblica altre donne, altre madri dei loro mariti, compagni e fratelli arrestati e picchiati, torturati, madri di un paese allo sfacelo per corruzione e anacronismo dei diritti sociali. Donne sempre in bianco, per celebrare la lotta contro la violenza senza generarne altra, attraverso mani che si intrecciano in una catena umana che ha coperto più di 40 città della Bielorussia.
La ribellione accende quella rivoluzione che solo le donne sanno perpetrare nel tempo, anche in silenzio, ma di un silenzio assordante che riesce a cambiare il panorama socio-culturale anche in una Sicilia di 50 anni fa mafiosa e omertosa. A chi mi riferisco? Ad una donna esemplare oggi anche lei 70 enne: Franca Viola, nata ad Alcamo il 7 gennaio del 1948, che rifiutò per la prima volta nella storia della Sicilia patriarcale le nozze riparatrici dopo avere subito lo stupro dall’uomo che l’aveva scelta senza il suo volere per la “fuitina”. Sequestrata e abusata Viola dice no e denuncia quell’uomo Filippo Melodia (mafioso), il primo che dovrà fare i conti con la giustizia, quella che fino a ieri era sua complice grazie al codice Rocco e all’articolo 544. La scelta di Franca che la vede come donna “svergognata” preferita al matrimonio riparatore che si è insinuata l’idea del cambiamento del codice penale fino al 1996 quando sono state approvate le leggi contro la violenza sessuale, ma ancora di strada dobbiamo masticarne.
Sì, mi piacerebbe sfogliare un libro di storia e leggerci il nome della Duchessa Guidolfi, che nello stesso anno di nascita di Franca Viola (1948) istituiva insieme ad altre 136 donne la “Tribuna delle donne”, dove? Sempre in Sicilia, da non credere. La Tribuna delle donne era un periodico pubblicato a Palermo, di cui però uscirono solo 2 numeri. Le donne autrici celavano i loro nomi dietro quelli di personaggi famosi della letteratura. Queste signore della Sicilia altisonante si diedero dei compiti specifici assolutamente avanguardistici come “Rovesciare l’impero maschile”. Sono state anticipatrici anche del diritto politico infrangendo regole mai contrariate fino ad allora, chiesero di partecipare sia come elettrici prima che come rappresentanti dopo alla vita politica con la creazione di una Terza Camera che contenesse un comitato misto di genere femminile, maschile e neutro riferendosi a quest’ultimo come diverso dai primi due, ma sullo stesso piano sociale e decisionale.
Che dire, antesignane di gap culturali ancora vigenti e dilaganti in un’evoluzione del sapere velocissima per tecnologie e comunicazioni virtuali, Smart working, ma statica se non addirittura involuta in intolleranza e impotenza.
Chissà se un giorno leggeremo mai tutto questo in un libro di storia intanto oggi grazie per articolo bellissimo .
-scritto da Giusy Liga
La storia deve cominciare a parlare delle figure femminili così come di quelle maschili perché è nel confronto che vi si può migliorare insieme. Complimenti alla dottoressa Tiziana Di Cola, per la sua sensibilità nell'aver scelto di trattare un argomento così importante
-scritto da Franca Traina
La donna ha sempre dovuto lottare per i propri diritti in diversi ambiti e anche se tanti passi avanti sono stati fatti ancora la strada è tortuosa.
-scritto da Ivana
Se solo le donne fossero ai vertici di ogni politica tutto sarebbe diverso Il mondo girerebbe per il verso giusto
-scritto da Rosalba
Il grande merito di Tiziana Di Cola è raccontare un pezzo di storia attuale dell'Europa attraverso una splendida donna. Un bel contributo al raggiungimento della parità di genere.
-scritto da Pietro Puccio
La forza delle donne è un valore aggiunto per l'intera umanità!! Viva le donne con la D maiuscola!!
-scritto da Ferla Giuseppe
Dietro ad un grande uomo, dietro ogni evento storico vi è sempre stata una donna nascosta. La donna è il pilastro di tutto partendo dalla famiglia in senso stretto all'intera comunità. Viva le Donne con la "D" maiuscola. La donna è intraprendenza, prudenza, organizzatrice..........
-scritto da Giusi
Ciò che hanno rappresentato e rappresentano oggi le donne, rimane ancora un fenomeno oscuro, spesso ancora invisibile. Per tali motivi ho apprezzato l'articolo della Dott.ssa Di Cola, la quale ha trattato, con professionalità e attenzione, un tema così importante.
-scritto da Federica Corso
Bella riflessione. Ogni giorno bisogna ricordare con comportamenti e parole le conquiste politiche, sociali e culturali raggiunte. Non lasciamo che ci sia solo il tempo per le emergenze. Grazie Tiziana per la tua riflessione
-scritto da Barbara
Complimenti a chi ha scritto l'articolo!!!
-scritto da Flora