Dal 27 Febbraio le scuole di ogni ordine e grado della nostra città e dell’Italia tutta sono chiuse dopo circa 14 giorni di chiusura preventiva, causa forza maggiore CORONA VIRUS, o Covid 19. Di sicuro le famiglie avranno molte complicazioni per la presenza dei bambini e delle bambine, ragazzi e ragazze a casa, si a casa perché da qualche giorno è scattato “IO RESTO A CASA”. Il Ministro del Consiglio Conte ha fatto un bel discorso a reti unificate per comunicarci che adesso siamo in vera e propria “Pandemia”, cioè che il coronavirus è presente in tutti i paesi del mondo. Eccoci ad un grande evento di responsabilità a cui tutti siamo stati invitati, a forza, ma ci siamo tutti dentro.
L’Italia unita per tutto lo stivale, unione forzata, ma dovuta, perché se non stiamo tutti e tutte a casa saremo responsabili della nostra condizione di arresti domiciliari. Certo che abbiamo parlato tanto della mancata socialità che i nostri giovani vivono di questi tempi, basti pensare agli “Hikikomori”, cioè quei ragazzi che non riescono ad uscire dalla propria stanza, termine giapponese che vuol dire “stare in disparte”. Ma oggi stare in disparte è l’unica soluzione per contenere la pandemia in atto e per fortuna possiamo utilizzare in maniera funzionale, per utilità e non per peraltro (cyberbullismo) la tecnologia che riempe tavoli, tavolini e scrivanie, anche noi gente di mezza età: i docenti con la didattica a di-stanza.
Studenti e studentesse non hanno certamente reagito allo stesso modo…c’è chi sperava di rimanere in un limbo di conoscenza offuscata, chi invece preoccupatissimo per la materia da dare, preparare gli esami di terza media e maturità. Anche gli alunni e le alunne della scuola Primaria si sono divisi in questi schieramenti…ma quelli della scuola dell’infanzia? Ebbene posso dirvi che più degli altri nel processo di insegnamento-apprendimento necessitano di contatto diretto visivo, corporeo, tattile. Non esiste didattica a distanza che possa sostituire la relazione che si instaura tra docente e discente, almeno una volta era così. Allora che fare? Occorre reinventarsi on-line, sfruttando ciò che abbiamo, il famigerato gruppo di whatsApp per entrare nelle case delle nostre bambine e bambini, certamente con discrezione, ma con tanta gioia nella voce se trattasi di messaggio vocale, con tanta gioia nel corpo e soprattutto sul viso se trattasi di video lezioni, ma dobbiamo supportare i nostri alunni e le loro famiglie in un momento mai vissuto prima, momento…ormai è quasi un mese che stiamo a casa tra la prima fase di “epidemia” e la seconda di “pandemia”. Cosa fare? Raccontare loro una storia, organizzare un gioco, una sfida di disegni, performance canore e chi più ne ha più ne metta. Anche semplicemente rispondere alle loro domande, supportandoli in quel rapporto di fiducia, che ormai si è creato per il tempo trascorso insieme in presenza, per portarli alla conseguente competenza delle abilità su cui abbiamo lavorato fino alla chiusura della scuola. E per finire, ma non per meno importanza, diciamo loro che andrà tutto bene. A proposito: “andrà tutto bene”.
Ha proprio ragione maestra…è solo un momento …e lei ci sta aiutando tantissimo con i nostri bambini a casa…il suo supporto giornaliero è fondamentale per noi!la ringrazio tantissimo…un abbraccio dalla sua balena❤
In questi giorni difficili dove dobbiamo stare a casa per il bene di tutti è ancora più difficile trattenere i ragazzi che hanno voglia di vita e di bambini che non capiscono perché non possono vedere l’amichetta del cuore è bello e dobbiamo essere grati di avere delle insegnanti come Tiziana Di Cola che ogni giorno rallegra i nostri figli con video divertenti ed educativi grazie di vero cuore
Bellissimo articolo… condivido i pieno le sue parole..e lei maestra sta facendo di tutto per stare vicina ai nostri bambini!!
E sta felacendo un lavoro magnifico!!
Grazie grazie grazie per quello che fa ogni giorno…❤