La tradizione pasticciera palermitana deve molto all’inventiva e all’abilità delle monache nel manipolare ingredienti semplici, per ottenere dolci degni della tavola di un re. Giovanni Meli, nel suo poemetto “Li così duci di li ballati”, racconta che nel settecento erano 21 i monasteri di monache che si dedicavano alla preparazione dei dolci di vario tipo. Dalla frutta di martorana alle fedde del cancelliere, dai trionfi di gola alle minne di virgini. Ciascuno di questi monasteri aveva una dolce identificativo la cui ricetta era segreta e veniva tramandata solo oralmente . Ma perché venivano realizzati i dolci? La consuetudine di realizzare i dolci all’interno dei conventi non era nata all’inizio per fini commerciali ma dall’esigenza delle monache di ingraziarsi il confessore o di contraccambiare in modo elegante i favori di nobili benefattori. Quali erano i dolci legati ai conventi più importanti? Quanti di questi monasteri oggi esistono ancora in città?
Iniziamo dal monastero di Santa Caterina d’Alessandria (presso piazza Bellini) famoso per il panino di Santa Caterina ed il bianco mangiare. Curiosità: Le monache di questo monastero erano chiamate le figlie di don Domenico per distinguerle da quelle della Pietà’ che venivano chiamate figlie di Mastro Domenico. Entrambi i conventi erano domenicani la differenza era data dal fatto che a santa Caterina spettava il Don poiché monastero aristocratico mentre alla Pietà’ doveva accontentarsi del mastro perché monastero di media levatura .
Quest’ultimo monastero della Pietà (presso quartiere della Kalsa) era famoso per il pan di Spagna . Sempre alla Kalsa, non lontano dalla chiesa della Pietà, vi era il monastero di santa Teresa, famoso per la cassata fredda. La cassata al forno era, invece la specialità del monastero della chiesa di Valverde (entrambi i monasteri non più esistenti ).
Ed ancora spostandosi verso, il cuore del centro storico, in via del Celso vi erano il monastero del Cancelliere (distrutto dalla guerra, oggi nello stesso luogo sorge una scuola) famoso per le fedde del Cancelliere un dolce oggi sparito dalla pasticceria locale. Segue non lontano dalla via Celso l’ex convento delle vertigini ( esiste solo ex convento oggi condominio, la chiesa è stata distrutta dai bombardamenti ed oggi è un parcheggio) famoso per due dolci: le minne di vergine e il trionfo di gola. E i cannoli? Quelli erano specialità della convento della Badia (dietro la cattedrale) che producevano anche teste di turco e cassatelle.
In centro storico l’ultimo convento che produceva dolci era quello di Santa Caterina, ma chiuso il convento adesso la tradizione è stata recuperata all’interno di una dolceria. Ma in Sicilia dove si possono ancora oggi trovare i dolci delle monache? Ricordiamo alcuni dei luoghi in cui la tradizione è ancora viva: Mazara, Agrigento e Palma di Monte Chiaro. La tradizione dei dolci moniali, si conclude con la soppressione degli ordini religiosi e tra la fine 1800 e i primo del 900 passerà ai grandi pasticcieri palermitani come i Gulì. Questo sarà il nostro prossimo percorso alla scoperta delle pasticcerie palermitane del Cassaro.