Oggi essere genitori, crearsi una famiglia e assicurarle un’adeguata e dignitosa crescita è determinante. Da quanto emerge dagli studi in merito alla famiglia e al ruolo genitoriale la nostra società appare fallimentare.
Luminari come il Dottor Crepet, il Dottor Galimberti hanno evidenziato nei loro studi compiuti su numerose osservazioni di relazioni familiari, quanto alla base della costruzione della personalità, di un maschio e una femmina, ci sia il tipo di relazione affettiva, di accudimento che tale persona ha esperenziato, ha avuto con i propri genitori e/o caregiver di riferimento. Già Bowlby con la sua Teoria dell’attaccamento aveva indagato sul rapporto madre-figlio e sulle relazioni dei legami affettivi in generale osservando quanto queste potessero determinare la vita sociale dell’individuo.
Infatti poté concludere affermando che le carenze di accudimento di in individuo durante la sua infanzia e adolescenza non gli permetteranno di sviluppare determinate emozioni di sicurezza, accoglienza e di supporto che gli impediranno la fruizione e la comprensione di tutta una gamma di sentimenti che sono alla base della reciprocità sociale.
Il 21 ottobre c.a. presso il campo sportivo “Rinaldo in campo” a Isola delle femmine, si è tenuto il primo incontro tra specialisti nel settore educativo e famiglie, per portare in nuce le difficoltà che un genitore, una coppia di genitori deve affrontare nella vita di ogni giorno per adempiere al meglio alla sua missione.
Devo confessare che non mi aspettavo una presenza quasi totalmente di uomini e quindi di padri. Mi ha stupito piacevolmente ma mi ha portato a riflettere sulla condizione della famiglia attuale. Non occorre identificare la famiglia solamente con quella tradizionale dove c’è un papà e una mamma che vivono nella stessa abitazione, condividendo il bagno, il letto e la tavola con tram- tram quotidiano. Esistono tantissime tipologie di famiglie, anche composte da un genitore singolo e uno, due tre figli. Coppie che provengono da altre relazioni, che già hanno dei figli con altri/altre partner e devono condividere l’educazione del “non figlio”, coppie gay, comunità educative come le case famiglia e quant’altro.
Dopo la carrellata della tipologia di famiglie che possono esistere, e chiedo scusa se ne ho dimenticato qualcuna, all’incontro sopra citato è stato proiettato un cortometraggio dal titolo “ALIKE” che mostrava chiaramente quanto la felicità cominciasse a casa e come la stessa non è legata al possesso di un oggetto, vestito, giocattolo a seconda dell’età del tuo figliolo/a, ma al tempo che riusciamo a regalare ai nostri figli e alle nostre figlie. Un tempo fatto di qualità, di benessere, di emozioni che diventano esperienze, abitudini, luoghi sicuri, ricordi.
Una domanda si è alzata nel pubblico: “Mi scusi io di tempo ne ho tanto perché mi hanno licenziato, ma non posso realizzare i sogni di mio figlio perché non ho reddito fisso, sono sempre un buon genitore”?
Il licenziamento di uomini dai 45 ai 55 anni è uno dei fenomeni di depauperamento emotivo e sociale che colpisce un numero non indifferente di capofamiglia. Una persona non è solo il suo lavoro anche se questo diventa componente principale della vita di ognuno di noi, la nostra realizzazione personale. Ma diventare genitori ci porta impegni ancora più onorevoli e onerosi della nostra realizzazione professionale, e anche i momenti di frustrazione possono essere formativi e aprirci a nuove situazioni, occasioni. Ma perché questo accada occorre che il nostro genitore, o genitori, ci abbiano insegnato strategie di Coping, e tali competenze possono essere apprese solo col possesso di determinate abilità, prime fra tutte gestire le proprie emozioni e ciò può accadere solo in un ambiente affettivo accogliente, supportivo e ricco di amore. Non dobbiamo educare le nostre bambine ad aspettare il principe dall’armatura scintillante che le sceglierà per la loro bellezza e le porterà in un castello maestoso. Ai nostri bambini dobbiamo insegnargli che possono piangere e giocare e anche se non sanno tirare calci ad un pallone saranno lo stesso maschi come gli altri. Ai bambini e alle bambine dobbiamo insegnare che noi non prenderemo il loro posto spianandogli la strada, ma saremo sempre accanto a loro, ma le loro strade saranno in salita e in discesa che all’improvviso svolteranno a destra e a sinistra fino a trovare un grosso e alto muro da superare e solo la determinazione e l’impegno che io padre, io madre ho saputo infondere in loro guardandoli sbagliare e credendo sempre nella loro forza con occhi di ammirazione, che riusciranno a trovare la giusta soluzione nello scambio reciproco, ognuno nel proprio ruolo di genitori e di figli.
In primis lavoriamo sui noi stessi per renderci porto sicuro per la determinazione personologica dei ns figli