Lo afferma, in una nota, il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, in occasione del 39mo anniversario dell’uccisione del procuratore della Repubblica di Palermo, Gaetano Costa e della 34ma ricorrenza degli omicidi del commissario di polizia Ninni Cassarà e dell’agente Roberto Antiochia.
XXXIX anniversario dell’uccisione del Procuratore capo di Palermo, Gaetano Costa
06/08/2019
Commemorazione
Oggi ricorre il XXXIX anniversario dell’uccisione del Procuratore capo di Palermo, Gaetano Costa, in un agguato mafioso in via Cavour il 6 agosto 1980. La cerimonia in suo suffragio si è svolta presso la chiesa di San Giovanni dei Napoletani, in piazza Marina. Successivamente, una corona di alloro è stata deposta, alla presenza del primo cittadino di Palermo e delle massime autorità civili e militari della Città, sulla lapide che ricorda il luogo dell’omicidio.
“Oggi facciamo memoria del procuratore Costa ucciso dalla mafia in quel terribile 1980 di sangue – ha dichiarato il sindaco Leoluca Orlando -. Costa era un magistrato colto e intransigente, costretto a operare in condizioni di isolamento dentro lo stesso Palazzo di Giustizia e spesso considerato con ostilità anche dai suoi colleghi. Rendere memoria al Procuratore Gaetano Costa è riconoscere che egli ha compiuto il proprio dovere con professionalità e dedizione sino all’estremo sacrificio, e che resta a noi il compito di proseguire su un cammino che ha liberato la Città dal governo della mafia, ma non ancora dalla mafia armata e affaristica”.
«Oggi vogliamo rivolgere un pensiero commosso alla memoria di Gaetano Costa, Ninni Cassarà e Roberto Antiochia, fedeli e valorosi servitori dello Stato, uccisi solo perché facevano, bene, il proprio lavoro. E’ doveroso, infatti, onorare la memoria di uomini che con coraggio, anche a costo della vita, hanno saputo tracciare un percorso di legalità e di impegno quotidiano contro ogni forma di criminalità».